Antropologi e psicologi intrecciano saperi per capire cosa motivi la partecipazione del singolo alla causa collettiva. In palio ricette importanti: la creazione di consenso politico, una democrazia sana, il successo aziendale e sportivo. Emblematica in tal senso è la spontaneità delle dinamiche partecipative con cui i Partaioli si fondono nella struttura di muscoli involontari Parte: un gruppo Jazz, in cui, chi più chi meno, ormai in maniera armonica,quasi genetica, contribuisce con talento e tecnica al miracolo di Primavera. Cosa accende la partecipazione,che poi germoglia in collaborazione, in comunismo, anche tra chi ad Agosto non si saluta? Un abbozzo di considerazioni; la Parte è innanzitutto luogo inclusivo, di riscatto che celebra valori e talenti non più centrali nel quotidiano: il sapere manuale essenziale quanto l’intellettuale; estro e simpatia fondamentali come la laurea in ingegneria; prezioso è saper cantare e recitare.
In secondo luogo, la democraticità dei processi decisionali: chiunque è ascoltato ed il parere degli esperti è deriso in egual misura; vince chi passa il vaglio con meno ingiurie. C’è poi una struttura simbolicamente gerarchica ma sul piano relazionale orizzontale basata su rapporti di fiducia. Ciò si manifesta in una fenomenologia di gruppi auto-organizzati che senza spada di Damocle, si auto-disciplinano e auto-(dis)organizzano.
Infine, le dinamiche di classe e di potere che cristallizzano anche sul pianeta calendimaggio, sono alleviate dalla multi-direzionalità degli epiteti, nella vita reale relegati all’alto verso il basso.
La Parte è archetipo di una (dis-)organizzazione più compatibile con la complessità e le infinite sfumature dell’esistenza umana, che riesce a trovare nella partecipazione una sua stravagante geometria nel caos.
note etimologiche di Carla Gambacorta
Partecipazione viene dal tardo latino participationem, a sua volta dal classico participem, e cioè colui che ‘prende parte’, da pars e capere. Stretta affinità con capire, quindi, che deriva similmente da capere: prendere, afferrare, conquistare, comprendere, scegliere sono alcuni dei molteplici significati del verbo. Del resto essere partecipe significa anche avere in comune con altri un destino, un sentimento, uno stato d’animo, come in questo sonetto di Petrarca: «Mira quel colle, o stanco mio cor vago […] / Torna tu in là, ch’io d’esser sol m’appago; / tenta se forse anchor tempo sarebbe / da scemar nostro duol, che ’nfin qui qui crebbe, / o del mio mal participe et presago».
L’ascolto musicale
a cura di Pier Maurizio Della Porta
A la battaglia, Vocal and Instrumental Versions
London pro Musica, Heinrich Isaac (ca 1450-1517)