Sul valore dello sport, ma in generale dell’esercizio fisico, non ci sono dubbi per alcuno.
Sport è diventato sinonimo di competitività, che ha le sue note positive ma anche negative tanto, a volte, da usare qualsiasi mezzo (vedi il ciclismo e molto altro) pur di raggiungere l’obiettivo finale, vittoria o miglior piazzamento possibile.
C’è però una pratica sportiva, di base, che fortunatamente non implica e comporta queste degenerazioni. È quella che non implica spazi convenzionali precisi, strutture sportive fatte ad hoc, palazzetti, stadi, piscine, piste di atletica e così via. È quella che non ha bisogno, di campionati, tornei, gare ecc…, né di regole, orari predeterminati e l’uso di preciso materiale sportivo, magliette, calzoncini, scarpe apposite. È pratica sportiva all’aperto, che può essere decisa anche in breve tempo mettendosi d’accordo tra un gruppo di amici o addirittura in incontri occasionali.
Una amministrazione comunale dovrebbe favorire tutto ciò e creare delle opportunità in questa direzione. Questa fu la scelta, ad esempio, di Bastia Umbra che infatti soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni ’90 mise in opera un piano di realizzazione, all’interno di aree comunali, di spazi liberi, con campetti di calcio, basket, pallavolo, bocce.
Qualcosa di simile poteva sicuramente essere fatto anche ad Assisi, migliorando la qualità della vita di tanti giovani ed adulti, e senza particolari costi per la collettività. A fronte di un campo di calcio in ogni frazione, che è stata una precisa scelta politica di varie amministrazioni, mancano campetti liberi dove i ragazzini nella massima libertà di tempi e modi possano sfogare la loro energia fisica ed esercitare la loro volontà ludica. Così come campi di bocce per adulti.
Era chiedere troppo?
Vavà Didì Pelè – Quartetto Cetra