Il miracolo della Madonna dell’Ulivo è noto: nel 1399, in un uliveto non lontano dalle nuove mura, Maria appare a un bambino e lo esorta a dire ai concittadini che – si adatta qui la coeva lauda – «per sei giorni / a vestir di bianco ciascun torni»: essi, cioè, ripetano le devozioni apprese dai Bianchi, movimento nato per riconciliare i nemici, presto seguito ma altrettanto presto ignorato: il dopoguerra dura poco per gli Assisani. Subito nell’uliveto si costruisce una chiesetta, con tanto di affresco riproponente il miracolo, e per dei secoli essa è visitata; poi la rinomanza dell’evento scema: uliveto, chiesa e affresco restano lì. Ma quando un altro miracolo, quello economico del Dopoguerra, fa erigere molte case fuori dalle ormai antiche mura, gli abitanti del risultante quartiere, forse in cerca di identità – non tutti sono assisani schietti: alcuni vengono perfino da Bevagna e da Bettona –, rinverdiscono i fasti della Madonna dell’Ulivo dedicandole una festa. I fasti, adesso, eccedono e in breve si portano via la festa. La chiesa è di nuovo chiusa, l’affresco deperisce e l’uliveto, siccome ancora fino agli anni ’80 d’inverno nevica, si ricicla, in successione con Via S. Benedetto, come tracciato per slittini e sci: i piantoni danno il brivido dello slalom. Il sisma del ’97 bacchia forte la chiesa; dopo un po’ si dice: «Nse pò più vede’!»: la chiesa è riparata, l’affresco restaurato e ripulito l’uliveto. I clan locali rianimano la festa del 2 luglio, senza fasti, ché ormai il quartiere ha un’identità consolidata. Anzi, alla sincera devozione già mostrata in passato si uniscono semplicità e discrezione tali da fare, della festa, un tempo intimo e familiare: perché Via Madonna dell’Ulivo è come una sola residenza, con orto interno e annessa cappella. Affrescata.
brevi note etimologiche di Carla Gambacorta
Ulivo (olivo) deriva da oliva, a sua volta da olivam (che in latino indicava sia l’albero sia il frutto), adattamento del greco eláia. La domenica dell’oliva, delle olive o dell’ulivo è quella che precede la Pasqua, più nota come domenica delle Palme, e che ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato dalla folla che agitava rami e fronde (tradizione che si lega a quella ebraica di Sukkot, in cui i fedeli si recavano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme con un mazzetto di rami di palme, mirto e salice). In Italia e in altri paesi il riferimento è con i rami d’ulivo, del resto da sempre simbolo di pace, di giustizia, di vittoria.
L’ascolto musicale
a cura di Umberto Rinaldi
Simbolo e messaggero di Pace. Nella nostra Pasqua riceviamo in Chiesa il rametto di ulivo benedetto, che conserviamo in casa per un anno intero.
Ascolt: USA for Africa, We Are the World