06 Luglio 2020

Tabernacolo

Andrea Pennaforti
Tabernacolo

Nel Medioevo si è affermato l’uso di conservare la pisside con le ostie sacre presso un altare all’interno delle chiese; per motivi di sicurezza si scelse di racchiudere il sacro oggetto in un prezioso contenitore, il Tabernacolo, che poteva essere incastonato nel muro o essere costituito da una piccola edicola lignea mobile. La presenza del S. Sacramento nel tabernacolo era segnalata da un lume acceso o da un conopeo che lo rivestiva coprendolo agli sguardi.
Nella tradizione popolare assisana il tabernacolo assume l’accezione di edicoletta lignea mobile, contente una statua della Madonna detta “pellegrina”, protetta e al tempo stesso resa visibile da sportelli di vetro, illuminata all’interno da una piccola luce.
Questa tradizione vive nei quartieri più animati e popolosi di Assisi, Piazza Nova, che si sviluppa intorno alla splendida cattedrale di S. Rufino nella parte alta della città e San Pietro, che si snoda intorno all’antica omonima abbazia, dalla parte opposta dell’abitato.
Forse riflettendo la radicata rivalità tra le due parti in cui è storicamente suddivisa la città, ognuno dei due quartieri possiede una “sua” Madonna pellegrina che, nel corso dell’anno, passa di famiglia in famiglia secondo un ordine rigoroso, prescritto da un piccolo cartiglio annesso all’edicola lignea. Ogni casa, nel tempo che “ospita” la sacra immagine, segue precisi rituali: la statua viene collocata in un posto eminente, si tiene illuminata e si recita il Rosario intorno ad essa una volta al giorno. Terminata la settimana di permanenza, la Madonna pellegrina riprende il suo “viaggio” verso la famiglia successiva.
Questa bella e antica tradizione, tramandataci dai nostri genitori, sta purtroppo scomparendo dalle vecchie mura della nostra città, silenziose custodi di storie e devozioni .

brevi note etimologiche di Carla Gambacorta

Tabernacolo, ‘nicchia che conserva immagini sacre’, è voce dotta dal latino tabernaculum ‘piccola casa’, a sua volta da tabernam per l’originaria somiglianza della costruzione. L’italiano ‘taverna’ infatti deriva dal latino taberna (con normale evoluzione nelle parole di tradizione popolare di –b– a –v-), prestito dall’etrusco, così detta perché costruita con tavole, appunto tabulae. Con tabernacolo si indica anche il ciborio, edicola chiusa, a forma di tempietto e posta sopra l’altare, in cui si conservano le ostie consacrate.

L’ascolto musicale
a cura di Umberto Rinaldi

Cosa contiene? Un semplice calice per chi non crede. Per altri la vita da chi dà vita.

Ascolt:  O sacrum convivium, Domenico Bartolucci, Cappella Victoria Jakarta (Indonesia)

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