13 Dicembre 2021

Rocca

Luisa Marini
Rocca

La Rocca di Assisi non è un’occasione perduta. Figuriamoci, quella sta lì da più di 800 anni, imperturbabile. È vero: ha subito aggiustamenti, demolizioni, ampliamenti e – di recente – qualche intervento di restauro parziale, per tamponare l’emergenza e consentire un percorso di visita estremamente ridotto. Un po’ pochino, perché la tutela di un immobile storico è efficace solo se realizza il riscatto del monumento dall’ abbandono e conseguente degrado, se recupera l’opera e le attribuisce finalità nuove ma in armonia con le peculiarità che le hanno dato vita. Basterebbe guardarsi intorno e neppure troppo lontano: la Rocca (anch’essa albornoziana) di Spoleto ospita un museo, spettacoli, istallazioni, e con gli interventi sulla mobilità completati nel 2015 ha vinto la sfida più difficile per una fortezza, quella dell’accessibilità.
Proprio ora sembra stagliarsi all’orizzonte un bel milione di euro: benvenuto! Si parla di opere di restauro e consolidamento, indubbiamente necessarie, ma l’orizzonte descritto dalla stampa sembra ristretto. Il rischio è che non sia lo stralcio di un piano organico, ma un rammendo: mettiamoci un’altra “pezza”, mettiamocela d’inverno, sennò d’estate, con i turisti, ci facciamo una brutta figura. Ma la natura ci ha fatto vedere la dolorosa realtà, la pandemia, senza pietà ci ha mostrato tutte le fragilità. Non si vive solo di turismo. La Rocca-Simbolo di Assisi necessita di un progetto/piano organico che ce la restituisca, e per davvero. Parliamo di accessibilità (sul serio), di informazione (perché la Rocca ha tanto da raccontare), parliamo di lavoro (di un piano che faccia lavorare la macchina/fortezza per tutto l’anno e che produca reddito)..
No, la Rocca non è un’occasione perduta. È stata semplicemente, finora, un’occasione sprecata.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Rocca, dal latino parlato roccam (così come roccia, ma questa attraverso il francese roche), è voce di origine mediterranea, che in italiano antico indicava proprio la ‘roccia’, e che poi estensivamente ha acquisito altri significati, tra cui quello di ‘fortezza posta in un’altura’ quindi difficilmente accessibile. Ma aveva inoltre usi scherzosi, come si evince dal licenzioso Ragionamento della Nanna e dell’Antonia dello spregiudicato Pietro Aretino: «una che si struggeva di farsi porre il fuso nella rocca da un villanzone, che avea fama di avere la caviglia simile al toro e al mulo». 

Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei

Kate Bush descrive il suo ritiro dalla scena musicale (periodo in cui diventa “invisibile”) facendo riferimento nel testo al Medioevo, parlando di stregoneria e di castelli. Un viaggio fiabesco.

How To Be Invisible – Kate Bush

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