Tornare a vivere nel tessuto cittadino dopo alcuni anni, attraverso l’esperienza del Calendimaggio, è un modo particolare, ma comunque importante di vivere la città in diverse stagioni dell’anno. Vivere fuori dalla città può risultare molto utile per vedere le cose con maggior distacco ed averne una visione più obiettiva, anche rispetto ad un contesto dato.
Alcune cose sono così balzate gli occhi: ritenere di essere parte di una delle feste storiche più importanti d’Italia e dover constatare che, al di fuori dal nostro contesto, altre feste si sono fatte apprezzare ancor più della nostra, avendo saputo lavorare per crescere ed avendo saputo condividere gli spettacoli offerti, con il pubblico che si è recato a parteciparvi. Inoltre, non organizzare permanentemente, come in altre realtà, manifestazioni importanti legate a quel contesto, con personaggi di rilievo, nonostante il grande lavoro fatto per realizzare la Festa e, soprattutto, nonostante avere avuto la fortuna di avere dato i natali a due persone straordinarie, sia in chiave storica che moderna, come Chiara e Francesco.
Abbiamo probabilmente perso delle occasioni, come cittadini e come “attori” della Festa. Ci siamo accontentati e ci siamo chiusi nel nostro mondo che ritenevamo del tutto sufficiente. Forse, più semplicemente, non siamo riusciti ad andare più avanti. Il mondo cambia molto rapidamente e potrebbe esserci subito l’occasione per fare un salto in avanti, anche per le risorse finanziarie di cui dispone il Paese.
Sarebbe molto importante aprire un ragionamento con la città e sulla città, anche su questi temi, coinvolgendo tutti gli attori e sarebbe importante pensare a come si vorrebbe Assisi tra dieci anni. Una città in cui vita, storia, cultura e spiritualità, non potranno che andare a braccetto.
Omission – John Frusciante