02 Luglio 2021

Nuovi

Dionisio Capuano
Nuovi

Sono arrivati quelli nuovi. C’è chi l’ha detto. C’è chi l’ha sentito. E c’è chi se l’è sentito dire e poi l’ha pure detto. Jangele del secolo breve e di quest’incipit di terzo millennio è una stratificazione di nuovi, risacche di emigra(n)ti da distanze variabili, rivoli d’umanità spuria, sulla piana sotto la collina serafica, sparigliando, a volte, consolidati socio-abitativi autoctoni.
Certo, sputo risibile rispetto ad altri tsunami etnici in altre parti del mondo. Ma all’ombra del Cupolone si scopre che, per quanto pochi in assoluto, sono comunque tanti. Qualcuno s’allarma. Imparano (un poco) l’angelano ma le loro lingue restano ignote. In una passeggiata serale, in quella strana coppia di piazze che fa il centro cittadino, si udrà un frammentato fluire di conversazioni incomprensibili, rimanendo segreto il perché di risa, cagnarate e pianti.
I nuovi sono sempre diversi, provocano eccitazione e timore. Sono forestieri (dopo un po’ non più) e stranieri (per sempre). Buoni, a volte, come capri espiatori. Sono sempre (gli) altri. Ma rispetto a chi? Qual è la radice di Santa Maria degli Angeli?
Nel sacrosanto e laico diritto di manifestare la propria identità, ben vengano il piatto di Sant’Antonio, con l’aggregante festa degli animali, e pure j’Angeli ‘800 – Palio del Cupolone. È tradizione quale custodia di un fuoco e non di conservazione delle ceneri; non un resto abbarbicato su qualche spunzone di nostalgia impegnato nella conta dei purosangue, ma sostanza sociale dinamica e solidale, storicamente accogliente, in un senso operativo e non sentimentale. Ottimo dunque. Di questo spirito c’è un estremo (si direbbe quasi, estremista) bisogno. Perché, ad esempio, certi nuovi in verità tali non sono, se non in quanto poveri. Semplicemente, quelli che non ci arrivano più.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Nuovi, plurale, è dall’aggettivo latino novus, con dittongamento della o tonica (quindi accentata) aperta dell’italiano, quando deriva dalla O breve del latino (e non da AU) e si trova in sillaba libera, cioè terminante in vocale (e non in consonante). Il femminile sostantivato nuova, tra le altre accezioni, è sinonimo di ‘notizia, annuncio, informazione’, ed è usato anche in riferimento all’annunciazione di Maria.

Suggerimento musicale a cura di Francesco Pampanoni

Gli U2 cantano l’alba di una nuova era. Sono stati tanto per tanti, descrivendo dall’inizio con “Boy” (1980) un decennio che hanno scritto, diretto ed interpretato magistralmente almeno fino a Zooropa (1993). Nostalgia canaglia?

Ascolto: “New Years’s Day” da “War” (1983)U2
Dionisio Capuano

È project designer e manager in ambito formativo e culturale. Collabora con la rivista Blow Up e tenta, senza successo, di mettere ordine nelle sue passioni per le varie forme dell'arte. Oggetto di studio in un recente saggio sulla critica musicale, ha pubblicato più di ottanta recensioni su dischi inesistenti ed è coautore di un album di musica elettroacustica.

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