Assisi, fin dall’antichità, ha avuto una grande tradizione musicale.
Le antiche Cappelle Musicali cittadine, che hanno sempre avuto come maestri grandi musicisti, nel recente passato hanno dato ad Assisi figure importanti come Padre Evangelista Nicolini, Padre Antonio Alemanno e Don Giuseppe Biselli, i quali hanno dedicato la loro vita all’insegnamento della musica corale. Molti sono infatti i giovani assisani che grazie alla loro dedizione hanno saputo trasformare quanto appreso in una professione, con repertori che vanno dalla musica antica al jazz.
Come la maggior parte dei piccoli centri, Assisi ha avuto anche una Banda Musicale. Fondata nel 1856, la Banda ha rappresentato per più di un secolo una notevole opportunità per molti ragazzi di intraprendere lo studio della musica. Scioltasi purtroppo nel 1961, con l’abbandono del Maestro Renzo Gori, confluì di fatto nell’attuale Banda di Rivotorto.
La scarsa lungimiranza di decenni di politica cittadina, unita probabilmente alla temperie culturale che cerca scorciatoie per raggiungere una visibilità tanto effimera quanto standardizzata, ha però portato ad una progressiva scomparsa di queste “palestre” musicali, (eccezion fatta per la pregevole scuola di musica medievale).
Un’associazione musicale o una scuola di canto ha bisogno di una sede, di visibilità, di qualche contributo economico e del sostegno del tessuto sociale, un tessuto, quello assisano, ormai stanco e fossilizzato sullo spettacolino medievale per turisti, buono per tutte le occasioni, ma spesso rabberciato alla meglio.
E se proprio bisogna investire in eventi estivi, si ritiene meglio chiamare professionisti o gruppi musicali esterni, costosi e spesso inadeguati al contesto culturale.
Tutto questo affidandosi al motto: “tanto dal turista je va bene tutto…”
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Musica proviene dal latino musicam (sottinteso artem), cioè ‘(arte) delle Muse’, dal greco mousiké (tékhne). Una delle sette arti liberali in cui si associano, combinano, compongono, producono (e quindi eseguono) suoni in modo armonioso, seguendo determinate convenzioni. La voce ha però varie accezioni, tra cui ‘complesso delle opere musicali’, ‘sistema di segni, notazione’, ‘componimento’, ecc. Per antifrasi, si usa comunemente anche per indicare, all’incontro, un ‘rumore fastidioso’, o un ‘litigio’ oppure una ‘situazione noiosa e ripetitiva’.
Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei
“‘Musica Ribelle’, risentita oggi, non ha perso un grammo di quella rabbia consapevole, non ha perso nulla di quella aggressività pazzesca”. Parole di Carlo Massarini.
Musica Ribelle – Eugenio Finardi