12 Maggio 2021

Maschera

Andrea Cova
Maschera

Ad Assisi, come anche nelle frazioni, ci si conosce tutti. Che sia amicizia, una frequentazione occasionale o semplicemente “so chi fijo è”, tutto rientra alla perfezione nella normativa, non scritta, dei piccoli borghi e il nostro, quindi, non fa eccezione.
Fino ad un anno fa poteva essere difficile, se non impossibile, sfuggire alla chiacchiera lungo la strada, bloccati da qualcuno intenzionato a mettere a repentaglio un sano “lasceme sta” che magari, nel profondo dell’intimo, veniva coltivato da un bel po’.
Da un anno a questa parte, con l’inizio della pandemia e il conseguente obbligo di indossare la mascherina, in tanti hanno potuto trovare la dimensione ideale: un’Arcadia del “lasceme sta”. Se prima un bel paio di occhiali scuri – non per avere più carisma e sintomatico mistero – celavano il volto dando l’opportunità, e soprattutto la sensazione, di passare inosservati senza incrociare nessuno sguardo, oggi le mascherine – chirurgiche, FFP2, di stoffa, autoprodotte… – aiutano indubbiamente un processo di mimetizzazione che farebbe invidia anche al migliore dei camaleonti.
La combo perfetta, ora che ci siamo avviati nella primavera, è passata. Anche se col freddo si appannano le lenti degli occhiali, l’esemplare di “lasceme sta” sopporta con spirito di sacrificio il disagio (che oltretutto contribuisce allo scopo), convinto che cappello, sciarpa e mascherina possano farlo camminare in strada in totale tranquillità, rendendolo irriconoscibile alla vista di famelici predatori dalla logorrea facile.
Nascosto nella sua maschera cerca dunque, per quanto possibile, di approfittarne per un po’ di anonimato.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Maschera, come accade spesso, presenta un’etimologia incerta. Ha forse un’origine preromana, o forse deriva da masca, documentato nel latino medievale mascam, sinonimo di ‘strega’, nel longobardo editto di Rotari del 643, e vivo ancora oggi in alcune zone dell’Italia settentrionale, come ad esempio il Piemonte. Nel corso del tempo maschera ha assunto diversi significati, anche figurati, da ‘volto finto fatto di cartapesta o altro materiale’ ad ‘avere un atteggiamento ipocrita’, da ‘tipo fisso della Commedia dell’arte’ a maschera di protezione, subacquea, cosmetica, e molti altri, tutti esprimenti un concetto di camuffamento, di dissimulazione, di mascheramento appunto. Una curiosità: lo stesso mascàra, usato per colorare le ciglia, viene dall’inglese che a sua volta, spostando l’accento, l’ha tratto dalla variante italiana non fiorentina di maschera (màscara).

Suggerimento musicale a cura di Simone Marcelli

Il compositore americano Alec Wilder scrisse, nel 1960, “Effie Suite” per tuba sola, pianoforte, vibrafono e percussioni, della quale si propone qui il quarto movimento, dei sei complessivi, in un arrangiamento per ensemble di ottoni. È il racconto del viaggio che la piccola elefantessa Effie intraprende nel mondo degli umani, stanca ed annoiata della solita vita della giungla. Il divertito camuffamento funziona finché la protagonista non ritrova il suo istinto animale e torna a essere se stessa.

Ascolto: Effie joins a Carnival [Brass Circus, 2018] – Custom Brass Quintet

Andrea Cova

Riuscire a capire come sia iniziata la mia passione per la fotografia non è affatto semplice. Questa personale "recherche" non ha le madeleines di Proust, ma una piccola macchina fotografica che si trovava in regalo col fustino del Dash poi in anni più recenti, anche se non così vicini, la protagonista è una Minolta a pellicola. Si, c’era ancora la pellicola, il digitale sarebbe arrivato qualche tempo dopo. Approdo alla fotografia digitale, senza dimenticare l'analogico e credo che non mi fermerò. Non mi chiudo in unico genere, non mi piace avere confini, adoro spaziare e provare. Nessuna etichetta.

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]