04 Giugno 2021

Zelante

Francesco Lampone
Zelante

Un anno di pandemia, con il suo corollario di lutti e sofferenze e di misure d’urgenza più o meno sgangherate, ha messo a dura prova le inclinazioni di ciascuno, comprese quelle delle opposte e apparentemente inconciliabili schiere degli zelanti e dei noncuranti.
Vero ovunque, questo dato non ha però ovunque la stessa visibilità e riconoscibilità. I comportamenti di ciascuno restano infatti paradossalmente opachi là dove sono più spettacolarmente esibiti (le grandi città) e, invece, diventano trasparentemente evidenti sul palcoscenico involontario della vita provinciale, che si pretenderebbe riservata e nascosta. In questo anno avarissimo di turisti Assisi, che ab antiquo si fregia del titolo onorifico di “città”, si è trovata come non mai (e mai più, è da augurarsi) vuota di frequentatori e costretta, obtorto collo, a prendere atto della sua provincialità galoppante.
Usurati nelle loro attitudini dall’ondivago altalenarsi di aperture e confinamenti, DPCM e deroghe, vaccini promessi e negati, dopo oltre dodici mesi zelanti e noncuranti assisani faticano ormai a riconoscere sé stessi. Esposti in campo aperto alle reciproche curiosità, ecco allora i talebani della mascherina indossarla cedevolmente a mezz’asta, mentre acerrimi no-vax si mettono diligentemente in fila per la somministrazione del primo vaccino che capita, fosse anche il non troppo entusiasmante Astrazeneca; tutti riconoscibili e riconosciuti, ma in un inedito clima di sfiancata comprensione generale in cui ciascuno scopre di essere, pro quota, un po’ zelante e un po’ no, e comunque di poterlo diventare. In fondo, anche qui risiede misteriosamente la “grazia o il tedio a morte del vivere in provincia”, nella speranza (per molti) o nel timore (per pochi) che tutto ricominci come prima. E magari più di prima.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Zelante ci raggiunge per il tramite del tardo latino zelus, che però proviene a sua volta dal greco ζῆλος (zelos) che si innesta su una radice – dal senso dupllice: può infatti originare un significato positivo (‘emulazione, fervore’), ma anche negativo (‘invidia, gelosia’), ambedue riconducibili al verbo ζeῶ (zeo) che significa ‘bollo, ribollo, scroscio’. L’ambivalenza è giunta tutta intera fino a noi: zelante è infatti sia chi ‘con particolare sollecitudine, scrupolo ed entusiasmo si adopera per conseguire uno scopo’, ma anche ‘chi opera talvolta in maniera oltremodo eccessiva e, anche, servile’. Meraviglie delle parole: lo stesso ‘zelo’ può, a seconda della situazione, risultare lodevole od anche (magari perché esibito in presenza di “superiori”) da schivare come la peste bubbonica. O come il corona virus.

Suggerimento musicale a cura di Simone Marcelli

Si può essere giudicati eccessivi nell’operare, ma la creatività può aiutare a raggiungere straordinari risultati. Una composizione che resta nella griffe di un gruppo che ha nella creatività e nella padronanza della materia musicale la più evidente riconoscibilità. Un gioco quasi enigmistico sul do centrale, la melodia principale che resta imperniata su un asse attorno al quale gira un universo di variazioni, richiami, citazioni.                                

Ascolto: La canzone mononota [Arrivedorci, 2018] – Elio e le Storie Tese

Francesco Lampone

Lavora come responsabile dell’Area Legale e Relazioni Internazionali dell’Università per Stranieri di Perugia. Si occupa occasionalmente, per passione, della storia di Assisi. Ha pubblicato per le edizioni Assisi Mia, in collaborazione con Maria Luisa Pacelli, il volume: Assisi: un viaggio letterario, dove si esplora l’identità cittadina attraverso lo sguardo di cento visitatori illustri.

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