Non sei d’Assisi se non ti sei innamorato almeno una volta a Calendimaggio. Anzi meglio, se non hai vissuto almeno una relazione d’amore facendo il Calendimaggio. Perché una cosa è certa, anche se è duro ammetterla: questa festa s’addice di più alla storia duratura che alla scappatella. E questo non tanto per la sua superfetazione romantica naturale corredo di un amore vero ( notte, primavera, musica e chi più ne ha più ne metta) quanto piuttosto in virtù della regola secondo la quale se date ad una coppia nascente una passione comune ed un orizzonte di popolo il loro sentimento ne uscirà rafforzato. Già perché in quel caso saremo noi e la nostra gente uniti contro tutto e tutti, con un particolare accanimento nei confronti della parte avversaria. E così nascono le coppie ed i costumi sessuali si adeguano a quelli della festa. Poi però arriva il verdetto e non è affatto detto che tutto sarà come prima e che il rito non ceda il passo all’abitudine. A qualcuno torneranno in mente quei versi di Sandro Penna:” felice chi è diverso essendo egli diverso e guai a chi è diverso essendo egli comune”. Ma la vera domanda è: quest’anno che il Covd 19 ha bloccato il Calendimaggio che ne sarà del nostro amore? Il ministro della salute Speranza ha inviato una squadra di psicologi ad Assisi preoccupato per gli effetti che questa astinenza forzata può avere sugli equilibri coniugali. So che per certo che un fidanzato con aria fintamente mesta si è già rivolto alla compagna pronunciando l’immarcescibile frase:” vedi amore tu sei perfetta, sono io che sono fatto male. Per questo meglio che ci prendiamo una pausa. Fino a quando? Diciamo fino al Calendimaggio 2021”.
note etimologiche di Carla Gambacorta
Amore, sentimento prezioso, deriva da amare, forse dalla radice indoeuropea ka/kam ‘desiderare’. Un’ipotesi – falsa, ma decisamente romantica – farebbe provenire la voce da a-mors ‘senza morte’, come alcuni vorrebbero fosse l’amore. Ma molteplici sono le sfaccettature, e altrettanti i significati. Per altri infatti è un’ossessione, come quella raccontata da Ariosto: «Chi mette il piè su l’amorosa pania, cerchi ritrarlo, e non v’inveschi l’ale; che non è in somma amor, se non insania, a giudizio de’ savi universale […]. E quale è di pazzia segno più espresso che, per altri voler, perder se stesso?». Per alcuni autori latini cristiani invece amor è l’amoreggiamento, mentre per l’accezione più alta, l’amore di Dio e del prossimo, prediligono caritas e dilecti.
L’ascolto musicale
a cura di Pier Maurizio Della Porta
Lirum Li Tronc – Dimme Amore quando mai – Giovanni Lorenzo Baldano (1576-1666)
Marcello Vitale, Simone Sorini, Mauro Squillante, Goffredo Degli Espositi