18 Agosto 2021

Hurrà

Mauro Balani
Hurrà

Nel secolo scorso i bambini assisani venivano preparati alle sfide dalle madri. Le donne, imitando il passo del cavallo con i figli sulle ginocchia, consegnavano a futura memoria un’ancestrale esortazione: cavallino arrò arrò. Appena liberati dall’abbraccio materno, i fanciulli erano già ragazzacci di strada e da pallone. Squadre corte a primavera, destinate ad allungarsi con la leva calcistica di giugno, quando si univano alla locale feccia i coetanei milanesi e torinesi in vacanza dai parenti. La moda di città ha sempre esercitato un certo fascino nei paesi. Presto, anche da noi, l’arrò arrò mutò in hurrà hurrà. In verità, la nuova esclamazione divenne un grido intimo e muto, pur essendo espressione che suonava proprio bene se vociata tutti insieme. Quando qualcuno portava un pallone, il primo segreto hurrà veniva celato da chi non lo possedeva e non voleva dar clamore a tale privazione. Per la smania di giocare, invece, sarebbe stato tempo perso quello impiegato negli hip hip; sapeva di prete che esorta la risposta dei fedeli. Nemmeno i più somari esultavano con un sonoro hurrà quando i bravi capavano i giocatori per fare la squadra. Rischiavano di non essere scelti dai capitani ma la decisione sarebbe stata inappellabile, specialmente se avessero deciso di giocare a porte piccole o col portiere attaccante, azzerando il bisogno di un asino tra i pali o tra i sassi come in effetti era. Quanto ai veri cannonieri preservavano il loro fiato per l’hurrà da vincitori, ma in strada il momento di gloria non arrivava quasi mai. Quando andava bene era la stanchezza a vincere: il tempo veniva dato per regolamentare finché reggevano le gambe. Più sovente le ultime energie venivano spese in scazzottate e moccoli, vero inno di una medaglia mai data e di una gioia trattenuta.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Hurrà, meno comune di urrà, è voce di origine onomatopeica, forse dall’inglese hurrah, a sua volta dal francese hourra. È un’interiezione che esprime esultanza, gioia, consenso, incitamento. Il grido di gruppo è preceduto da hip, hip, hip… e quindi in coro: Urrà!

Suggerimento musicale a cura di Eugenio Pacelli

Il video di ” Hurrah”, con i giovani che saltano e volano, colpisce nel rendere completamente discorde il significato della gioia di aver segnato un goal e quindi dalla felicità di quel momento rispetto a quanto abbia aspirato l’autore a scrivere questo che rimarrà un vero inno per intere generazioni

Ascolto: Smells like teen spiritNirvana – Nirvana

Mauro Balani

Nato in casa nel giorno bisestile, figlio di operai e nipote di contadini, laureato in scienze economiche e bancarie, dirigente d’azienda, sa preparare la torta di Pasqua e ha vinto anche un premio, crede di aver visto il regolo ma non è sicuro.

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