In un ottobre di qualche anno fa, in una giornata ventosa e insolitamente fredda, una tonaca svolazzante scendeva sotto l’arco del vento a S Rufino… e da quel giorno Assisi per il Mondo è diventata la città della Pace e dell’Integrazione. Oltre ottocento anni fa ad Assisi nasceva un piccolo grande uomo che ha incarnato valori intramontabili. Forse solo questo può spiegare quanto Assisi, con la sua Materia e la sua Anima, ha dovuto sostenere: spesso all’altezza, altrettanto spesso inadeguata. Anime grandi, a volte al proprio posto, hanno saputo cogliere occasioni di vera crescita. Hanno rimarcato la strada da seguire, seminando in un terreno che sempre di più ha migliorato la sua fertilità. I frutti dei festeggiamenti per il settimo centenario della morte di S Francesco del 1926 furono certamente un’occasione colta in tutta la sua essenza spirituale e materiale. Una Assisi nuova, dopo il terribile baratro del terremoto del 1997, capace di splendere nuovamente, se possibile, ancora più bella, è stata un’occasione colta. Una Assisi ormai priva di anima, corpo inerme senza la vitalità sociale necessaria per non apparire un Outlet culturale e religioso, è però il segno di un’occasione sprecata. Le due facce della stessa medaglia, quella religiosa e quella laica, avrebbero dovuto camminare insieme camminare, ed insieme fare luce sulle tante oscurità che avvolgono il Mondo, forti dei valori Francescani verso i quali oggi più che mai l’uomo guarda come unica, vera strada di salvezza. In realtà non esistono occasioni perse o sfruttate. Quelle passate non torneranno, quelle future devono arrivare, (forse), certamente le più importanti sono quelle dell’adesso, dei tutti giorni, quelle che vogliono una convivenza fruttuosa tra “quelli in borghesi” e “quelli con la tonaca”.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Frati, plurale, continua il latino fratrem (con dissimilazione della seconda r). La voce si forma dalla radice indoeuropea bhar-/bhra- (da cui il sanscrito bhrathar e da lì, ad esempio, l’inglese brother) connessa al concetto di sostegno, di nutrizione, di sostentamento. In origine designava il ‘fratello’; successivamente però la voce frate si è specializzata in ambito ecclesiastico (accanto a suora) ed è stata sostituita appunto da fratello (derivata sempre da fratrem con l’aggiunta del suffisso –ellum).
Suggerimento musicale a cura di Diego Aristei
Castità, povertà, obbedienza. La canzone di Leonard Cohen fa riferimento a quanto raccontato nel libro di Samuele nel quale si narra che David, suonando l’arpa, riuscisse a calmare lo spirito malvagio.
Hallelujah – Jeff Buckley