16 Maggio 2020

Entusiasmo

Valentina Brufani, Carla Gambacorta
Entusiasmo

Questa è la particolare sensazione, profonda e massiccia, che inebria i cuori e le menti delle persone che vivono il Calendimaggio. Forza motrice di un lavoro enorme, che a molti può sembrare esagerato e autoreferenziale, ma che è linfa vitale dei cittadini di Assisi e non; è veicolo di un sentimento antico che fa rivivere le pietre della città, i suoi colori, suoni remoti e i rituali che negli animi di chi ne costudisce le tradizioni rinnovano emozioni primitive e, allo stesso tempo, sempre nuove. Si sente nell’aria che si intiepidisce, si percepisce negli occhi delle persone che incontri in quei giorni o con cui passi mesi gomito a gomito; è grazie all’entusiasmo di chi vive la Festa che, di anno in anno, si raggiungono obiettivi che sembravano inimmaginabili anche solo l’anno precedente, e si creano spettacoli magnifici. È con l’entusiasmo che nascono legami autentici, legami tra persone e personaggi passati, legami con un territorio e la sua storia, i suoi odori, i suoi particolari, i suoi segreti e la sua magia. È uno stato d’animo attivo che sembra offuscare la mente non appena si sentono i rintocchi del “Campanone de Piazza”, ma che rende ogni sensazione nitida e chiara nel cuore di chi, in quei quattro giorni, vive il sogno di Calendimaggio. Dolce trepidazione che affiora incontrollabile quando il volto dei campi inizia a cambiare, i colori del cielo farsi più intensi, non appena Primavera timidamente avanza; queste le suggestioni che molti non possono far a meno di sentire vive anche in questo anno particolare in cui il suono delle campane rimbalza invano tra le vie della Città assopita, in attesa della sua Rinascita, della sua Primavera.

note etimologiche di Carla Gambacorta

Entusiasmo, voce di origine greca, divulgatasi in Europa a partire dal ’500 con la rinascita del pensiero platonico – greco enthousiasmós, a sua volta da enthousiázein, composto da en ‘in’ e da theos ‘dio’ – è oggi usata comunemente con il significato di fervore, gioia, dedizione, trasporto. In origine, in Grecia, come risulta chiaro già dall’etimo, designava la condizione di chi aveva in sé la divinità, e ciò generava esaltazione, estasi, estro, ardore, in riferimento ai sacerdoti e agli indovini. E poi anche ai poeti. Eccone un’efficace testimonianza da Giordano Bruno: «Mostra la caggion ed origine onde si concepe il furore e nasce l’entusiasmo, per solcar il campo de le muse, spargendo il seme de’ suoi pensieri, aspirando a l’amorosa messe, scorgendo in sé il fervor de gli affetti in vece del sole, e l’umor de gli occhi in luogo de le piogge»

L’ascolto musicale
a cura di Giulia Testi

D’un Bel matin d’amore – Anonima Frottolisti

Carla Gambacorta

Professore aggregato di Filologia italiana (SSD: L-FIL-LET/13) all’Università per Stranieri di Perugia.

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