07 Maggio 2020

Canto

Pier Maurizio Della Porta
Canto

Il Calendimaggio iniziò con il canto. Nel 1927 Arnaldo Fortini, rievocando le tradizioni medioevali di Assisi riunì la “Brigata di Calendimaggio”, per celebrare ogni anno l’avvento della primavera con canti e musica.

In realtà già nel 1920 si legge nel il Messaggero del 22 settembre che “l’antica e gentile leggenda rifiorisce ad opera di un gruppo di giovani musicisti assisani che hanno eseguito all’aperto serenate così piene di arte e di grazia da essere considerate vere e proprie audizioni musicali”. La manifestazione prese il nome di “Serenata di Calendimaggio” e fu sospesa durante la seconda guerra mondiale, poi ripresa nel 1947.

Dal 1954 la formula della festa cambiò, ma la musica rimase elemento importante della festa e della gara. La città fu divisa in due a ricordo delle fazioni che se ne contesero il potere per un lungo periodo, fino alla pacificazione forzata della città nel 1542; si legge nel primo regolamento della festa: “La Città di Assisi divisa nelle fazioni medievali di Parte de Sopra e Parte de Sotto un tempo rivali in armi, scenderà nell’agone poetico, musicale e folcloristico…E nella notte di Calendimaggio, l’anima ardente e appassionata di Assisi si esprimerà gioiosamente nel canto dell’amore”. La musica, vocale e strumentale, è l’elemento più qualificante e distintivo della festa di Calendimaggio, anche perché, negli ultimi venti anni, sono nate rievocazioni d’ambiente medioevale e rinascimentale un po’ ovunque in Italia, ma in nessuna l’elemento musicale è così importante e sentito; anche se ora gli aspetti scenografico e teatrale della festa hanno preso il sopravvento su quello musicale, ma la musica e il canto accompagnano ogni atto del gioco. Non quest’anno purtroppo: dovremo accontentarci di ascolti multimediali.

note etimologiche di Carla Gambacorta

Canto, dal latino cantum, proviene da canere. Il verbo,che conviveva allato all’intensivo cantare, più popolare e più semplice, finì per essere abbandonato. La voce già in latino racchiudeva vari significati, quali ‘canto, melodia, poesia’, ma anche ‘vaticinio’ e ‘incantesimo’ (derivato infatti da cantare ‘pronunciare formule magiche’) e numerosi sono i composti, alcuni non immediatamente trasparenti, come ad esempio accento (accentus ‘intonazione’, formato da ad- ‘vicino’ e cantus ‘canto’,ed è calco del greco prosodìa). Infine, lasciamo la parola a Dante: «e dicemo bello lo canto, quando le voci di quello, secondo ’l debito de l’arte, sono intra sé rispondenti».

L’ascolto musicale
a cura di Pier Maurizio Della Porta

Il Coprifoco, inno del Comune di Assisi
Il coro della Nobilissima Parte de Sopra (2011)

Pier Maurizio Della Porta

Funzionario Archivista di Stato presso l'Archivio di Stato di Perugia, anche dopo il recente pensionamento continua ad amare occuparsi della gestione e dello studio di documenti che riguardano la storia di Assisi e del territorio.

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