25 Febbraio 2025

Un copione da scrivere

Luigi Penzo
Un copione da scrivere

L’articolo di Carlo Cianetti mi ha stimolato quando cita le baruffe chiozzotte, in quanto risiedo in Chioggia, ma quello che scrive i concetti che esprime non sono il copione di una commedia o meglio sono il testo di una tragedia, dove la vicenda non viene accesa da una fetta di “ suca baruca “ (zucca cotta al forno) che Titta nane giovane regala a Lucietta scatenando la gelosia di Toffolo marmottina, ma dalla constatazione di una situazione reale dove l’assenza di partecipazione attiva e democratica assiste come spettatore alla scena della commedia.

Non per diminuire l’intensità delle emozioni che l’articolo propone, ma purtroppo devo ammettere che la situazione è presente anche qui lontano da Assisi.

Nella mia città, dove abbiamo “provato” tutte le combinazioni possibili di gestione (tra tutte le colorazioni della governabilità) ci troviamo in una città che sta perdendo a poco a poco la sua storia, le sue tradizioni, la sua socialità, la partecipazione, che viene sostituita da riti commerciali e di movida, con pseudo incontri o assemblee popolari spontanee in piazze ma davanti al bicchiere di spritz o di aperitivi. Qui da noi si dice “solo ciacole”

Nel mentre la città sta modificando interamente il suo panorama, il turismo (come ad Assisi) sta proponendo sviluppi che vanno dal costruire case e palazzoni a 9 piani al proliferare di locazioni turistiche che mandano via di fatto le persone residenti, i vecchi se ne vanno, i giovani non ci sono, i servizi scompaiono.

Un piano casa regionale basato sullo slogan del consumo zero del suolo, ci fa vedere solo villette o case vecchie abbattute e sostituite da questi “casermoni” , scaricando sul territorio, automobili, assenza di parcheggi, assenza di spazi sociali, nessun spazio verde, perché tutto finalizzato al consumo. Il tragico è che tutto questo che alla vista è una mostruosità, nei fatti ci dicono che è tutto in regola, rispetta la legge, chissà poi di quali standard.

Il dibattito e le discussioni pubbliche sono assenti anche qui e si risvegliano solo per interessi di partito e/o di elezioni. Nel frattempo ci propongono “speranze o utopie” (questo non l’abbiamo ancora capito) di autonomia, di libertà, che vengono sventolate ma che non portano nessuna partecipazione. Ma allora? Che si fa? Carlo finisce il suo intervento citando la frase che spesso viene fuori: abbiamo i governanti che ci meritiamo. Probabilmente è vero, e forse la nostra generazione ha sbagliato a cullarsi nel benessere, dimenticando sacrifici, lotte, discussioni, contrapposizioni e condivisioni. Si deve iniziare nel riaccendere la parola, la discussione ma non nei social, nella realta, “occupando” con iniziative ed eventi i pochi spazi che ci vengono messi a disposizione (ed anche questa assenza di spazi è un nostro errore) per confrontaci.

E non dobbiamo sperare in forzieri d’oro che le ricorrenze del Giubileo ed il centenario francescano faranno colare sulla città, stiamo vivendo qui da noi una situazione simile con Venezia, dove queste ricadute di fatto non vanno riversate su chi vive, sui servizi che servono tutti i giorni, non in periodi di vacche grasse.

 

Luigi Penzo

Tecnico di Laboratorio Chimico, appassionato della mia città, dedico attività nell'Università Popolare e nel volontariato attivo da molti anni, studioso e ricercatore, con la passione del bene comune. Nel mio cuore un posto speciale ad Assisi, il mio luogo dell'anima.

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]