21 Novembre 2021

Camilleri regista ad Assisi

Paolo Mirti
Camilleri regista ad Assisi

Pochi lo ricordano ma Andrea Camilleri, il grande scrittore siciliano scomparso due anni fa, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 ha curato ad Assisi la regia di alcuni spettacoli teatrali andati in scena nel teatro della Pro Civitate Christiana. Patrizia Severi, curatrice dell’Archivio Camilleri dichiarato di interesse storico, nella sezione regie teatro ha riservato un significativo spazio a questa esperienza artistica assisana del grande maestro. Si tratta della regia di una serie di testi teatrali che avevano vinto il concorso di drammaturgia bandito ogni anno dalla Pro Civitate interpretati da giovani attori destinati a diventare famosi come: Enrico Maria Salerno, Mariano Rigillo, Ugo Pagliai, Turi Ferro e Roberto Herlitzka.

Il Fondo Camilleri conserva la sterminata documentazione di un grande uomo di cultura come Andrea Camilleri che, ben prima di conquistare il grande pubblico con i romanzi sul commissario Montalbano, maturò una significativa esperienza in diversi campi: dalla regia alla docenza all’Accademia d’Arte Drammatica fino all’attività in Rai legata a sceneggiati di grande successo come il Tenente Sheridan ed il Commissario Maigret. Camilleri si diplomò come regista all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma diventando allievo prima ed assistente poi del grande Orazio Costa, uomo di teatro profondamente legato ad Assisi dove è sepolto. “Costa- racconterà più tardi Camilleri- è stato il mio vero grande maestro. In un certo senso è lui che mi ha insegnato a leggere ed a scrivere. Bastava che lui leggesse una poesia e tu capivi immediatamente le ragioni di quella poesia”. Proprio Orazio Costa amava venire ad Assisi alla fine di agosto per mettere in scena alla Pro Civitate i testi vincitori del concorso, affidandone spesso la regia ad Andrea Camilleri. Ma com’era il Camilleri regista teatrale in quegli anni? “Ricordo bene- racconta ad Assisi Mia Mariano Rigillo- quegli spettacoli teatrali all’Anfiteatro della Pro Civitate Christiana. Il clima che si respirava e l’accoglienza che ricevevamo erano davvero belli. Il metodo che Andrea seguiva come regista era un po’ diverso da quello di Orazio Costa. Lui ci lasciava più liberi di seguire la nostra personale linea interpretativa. Ci parlava di Angelo Musco della grande tradizione del teatro siciliano. Riusciva a tirare fuori il meglio di noi”.

“Anche io molto più tardi ho avuto la fortuna di conoscere Andrea Camilleri- ci dice il Presidente della Pro Civitate Christiana Don Tonio Dell’Olio- al quale proposi di fare il testimonial della campagna cinque per mille in favore dell’Associazione Libera. Era un uomo speciale capace di arricchire il suo talento con un sincero impegno civile ed una profonda umanità. Noi cerchiamo di essere sempre all’altezza della grande tradizione culturale della Pro Civitate anche attraverso alcune iniziative che stanno partendo come la Scuola dello Spettacolo in collaborazione con il Teatro degli Instabili ed il Convegno e la rassegna cinematografica dedicati a Pier Paolo Pasolini”.

La prima esperienza di Andrea Camilleri in Pro Civitate fu segnata da un episodio che sembra uscito dalle pagine migliori dei suoi romanzi. Aveva avuto l’incarico di curare la regia di un testo teatrale di Siro Angeli, odore di terra, risultato vincitore del concorso nazionale di drammaturgia e che avrebbe dovuto essere trasmesso sulla RAI il 28 agosto del-1957. L’allora Presidente Don Giovanni Rossi ottenne l’autorizzazione da Camilleri di fare assistere alle prove generali dello spettacolo alcuni alti prelati suoi ospiti che non potevano fermarsi ad Assisi per la prima. In quello spettacolo ci fu una sorta di ammutinamento artistico da parte dello scenografo che per divergenze artistiche si rifiutò di allestire la scena del Paradiso costringendo il regista a realizzare alcune nuvolette come scenografia anche per nascondere i tubi innocenti della scena. Nella prova generale lo scenografo vedendo l’allestimento di riserva montato andò su tutte le furie e salì sul palco distruggendo le nuvole con un martello. Di fronte a quell’atto di teppismo Camilleri perse la testa e, bestemmiando ad alta voce come uno scaricatore di porto, raggiunse lo scenografo sul palco assestandogli un sonoro schiaffone. Tornato in sé dopo la sfuriata si accorse che la platea era vuota perché i prelati avevano abbandonato la sala. A quel punto Camilleri si precipitò da uno dei Cardinali presenti per scusarsi delle sue intemperanze.  Il Cardinale lo guardò e gli disse: “più che a me penso lei che dovrebbe chiedere perdono a Dio per quello che ha detto. Quanto allo scenografo però le confesso che, visto come si è comportato, credo che uno schiaffo glielo avrei dato anch’io”.

Quel cardinale era il Patriarca di Venezia Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII.

Paolo Mirti

Giornalista pubblicista è dirigente dell’area cultura del Comune di Senigallia. Nel 2007 ha pubblicato per Giuntina Editrice il romanzo storico “La Società delle Mandorle”. Nel 2016 ha curato per la Claudio Ciabochi editore la guida Assisi nascosta, camminando per la città di San Francesco.

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