È la campana della chiesa di San Francesco ad Arquata del Tronto commissionata nel 1228 per la canonizzazione di Francesco. Crollata ne terremoto del 2016 è stata recuperata ed oggi esposta in una mostra
In principio fu un boato. Un suono lugubre partorito dalle viscere della terra. Era il 24 agosto 2016 e nella notte la terra tremò paurosamente in tutto l’appennino umbro marchigiano provocando un po’ ovunque lutti e distruzioni. Il borgo storico di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno fu uno dei centri più colpiti: 51 morti e gran parte degli edifici crollati. Dopo il salvataggio delle persone rimaste sotto le macerie e la triste conta dei morti iniziò l’opera di recupero e messa in sicurezza delle opere d’arte lesionate coordinata dalla Soprintendenza con la partecipazione dei Vigili del Fuoco, Protezione Civile e del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale. Tra le macerie di Arquata sono state riportate alla luce due campane, una riemersa dal crollo della torre civica e l’altra da quello della Chiesa di San Francesco nella frazione Borgo. Le campane rappresentano una testimonianza importante perchè raccontano da sempre la storia di un paese. Sono i loro rintocchi che celebrano l’unità del popolo cristiano che si riunisce nelle pievi e nelle cattedrali o che convocano i cittadini nelle adunanze a palazzo comunale. E proprio studiando la campana, sia pur lesionata, proveniente dalla chiesa di San Francesco ci si è accorti del suo grande valore storico artistico e devozionale grazie anche allo studio condotto da Giampaolo Ermini. Sul corpo della campana è disposta l’iscrizione realizzata con una tecnica attestata nel XII secolo ed ancora diffusa nella prima metà del XIII. C’è scritto:” Laudibus Elatum Francisscum Canonizzant”.
Fa riferimento alla canonizzazione di Francesco d’Assisi avvenuta nel 1228, appena due anni dopo la sua morte, facendo pensare quindi ad una produzione collocata a ridosso di quella data.
San Francesco andò ad Ascoli nel 1215. Le fonti francescane datano la fondazione dell’insediamento minorita di Arquata nel 1251 e pertanto la campana probabilmente proveniva da una sede precedente. Si conosce una sola campana gemella di quella di Arquata del Tronto: la campana della chiesa di San Francesco a Deruta. Entrambe furono certamente realizzate dal medesimo fonditore. Qual’è allora la storia di queste campane gemelle? Probabilmente in occasione della canonizzazione di Francesco d’Assisi per celebrare l’evento i vertici dell’ordine minorita promossero una campagna di produzione di questo genere di campane del quale fu forse predisposto un modello destinato a proseguire nel tempo. Del resto proprio la velocità del processo di canonizzazione dimostra la straordinaria importanza che la Chiesa attribuiva a quell’investitura grazie alla quale eleggeva a proprio simbolo una figura autenticamente popolare capace di incanalare entro l’Ortodossia le forti spinte esistenti tra i fedeli per un ritorno alla purezza evangelica ed alla povertà.
La campana francescana recuperata dalle macerie di Arquata del Tronto è una delle opere più importanti esposte all’interno della mostra Rinascimento Marchigiano opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma allestita nel palazzo del Duca di Senigallia. La mostra, curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, sarà aperta fino al 31 gennaio 2021. Guardando la campana sembrerà quasi di ascoltare la melodia di una comunità ancora ferita, illudendosi per un attimo che possa sovrastare il ricordo del lugubre boato di quella maledetta notte d’agosto.