19 Febbraio 2021

Via di Francesco

Giuseppe Bambini
Via di Francesco

Nel settembre 2008 è stata inaugurata “La Via Francigena di San Francesco”,

proposta di cammino di grande pregio e ampio respiro, che partendo da La Verna giunge ai santuari francescani della valle reatina, passando ovviamente per Assisi, attraversa praticamente l’intera regione; cammino battuto ogni anno da tanti viandanti, pellegrini, sognatori.
La stessa via è indicata con segnavia giallo-blu (per non creare confusione con i segnavia bianco-rossi del CAI) e paline metalliche verticali ai principali incroci, aventi in alto tabelle metalliche con il logo del cammino.

Ma nelle tabelle ci sono due indicazioni, una recita “VIA DI ROMA”, l’altra “VIA FRANCIGENA DI SAN FRANCESCO”, quest’ultima sembra inopportuna, tutti sapendo che la Via Francigena non passava (e non passa) per l’Umbria; basta andare in rete per rendersi conto di cosa è e di come è ottimamente organizzata la Via Francigena (soprattutto nel tratto toscano); c’è un sito ufficiale, cartografia, tracce in formato .GPX, aggiornamenti su criticità presenti lungo il percorso dovute a cause naturali o lavori in corso.
Successivamente la Regione Umbria – che ha realizzato il progetto – ha pubblicato un pieghevole relativo al cammino e lo ha titolato “LA VIA DI FRANCESCO” indicando il sito di riferimento www.viadifrancesco.it (e siamo alla 3^ denominazione).

Nel 2012, per le “Guide San Paolo”, Paolo Giulietti (già Vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, ora Arcivescovo di Lucca) e Gianluigi Bettin (grande esperto di cammini), hanno dato alle stampe una agile e dettagliata guida al cammino “LA VIA DI FRANCESCO” con il patrocinio della Regione Umbria e dove in copertina compare in basso anche un logo con la scritta “UMBRIA FRANCESCO’S WAYS”, eccoci alla 4^ denominazione, non sappiamo se ne verranno aggiunte altre.

Cammini europei molto antichi, ai quali fa riferimento il nostro, hanno da sempre un solo nome (e un solo logo), sempre e soltanto quello.

Dopo 12 anni si potrebbe pensare di adottarne uno (e soltanto uno) per il nostro itinerario francescano, che non è di minore suggestione della Via Francigena (quella vera).

Veniamo alle criticità di una delle tappe più battute del cammino: la traversata Assisi-Spello.

In fase di progettazione furono previsti e poi realizzati due itinerari.
Il 1° itinerario in quota (abbastanza impegnativo), da Assisi sale al Subasio attraverso il sentiero del trabocco, toccando l’Eremo delle Carceri, quindi la panoramica croce di Sasso Piano, continua per Fonte Bregno e scende a Spello con magnifica vista sulla Valle Umbra.
Il 2° itinerario a mezza costa, (più facile) si tiene a quote inferiori, da Assisi tocca Fonte Labate, continua sulla strada del Gabbiano, tocca la maestà Mascicone e raggiunge Spello tra infiniti e suggestivi oliveti: sembra di stare in un affresco del Perugino.
Niente da dire sui due itinerari proposti e realizzati; suggerimento: prevedere da parte regionale periodiche manutenzioni alla segnaletica giallo-blu che già in alcuni punti risulta sbiadita, così come sbiadite sono numerose tabelle sistemate in cima alle paline metalliche.

Quello che lascia perplessi è costituito dal collegamento tra i due itinerari, (regolarmente segnalato con paline e segnavia giallo-blu) che inizia a monte dell’Eremo delle Carceri, scende ripidamente alle 3 Fontane e alla sottostante SP 251, risale a S. Benedetto e al gomito a monte, scende (con un tratto scomodo e ripido) nei paraggi di Gabbiano Vecchio, risale alle Fontanelle, attraversa il fosso Renaro, quindi si immette nel 1° itinerario; le ripide ondulazioni fanno ricordare “le discese ardite e le risalite” battistiane.
Risulta difficile – se non impossibile – capire l’utilità di questo inopportuno collegamento che presenta delle evidenti criticità: una volta giunti a monte dell’Eremo delle Carceri non ha senso perdere notevole quota e poi risalire, per poi perderla nuovamente (e ripidamente), per poi risalire di nuovo fino a incontrare il 1° itinerario e con quello scendere a Spello.
Inoltre crea confusione nel viandante che percorre il 1° itinerario, in quanto una volta a monte dell’Eremo delle Carceri, si trova di fronte a questa biforcazione che resta difficile da interpretare per chi proviene da lontane contrade.
Suggerimento: cancellare questo collegamento – inopportuno e fuorviante rimuovendo la segnaletica verticale e i segnavia giallo-blu, lasciando le due opzioni che funzionano bene.

Per allargare il discorso sul nostro cammino francescano, c’è da segnalare che venendo da Gubbio, una volta giunti a Valfabbrica, oltre alla via diretta per Assisi, è stata realizzata una (discutibile) variante per Perugia, che poi raggiunge Assisi passando per Ponte San Giovanni, Bastia e S. Maria degli Angeli.
Anche in questo tratto è incomprensibile la scelta che ha determinato il passaggio per il centro (la piazza) di Bastia; proprio così!
Giunti a Bastiola, bastava attraversare il ponte sul Chiascio, raggiungendo così il cupolone di S. Maria degli Angeli attraverso il tranquillo percorso verde che costeggia il Tescio; percorso verde che peraltro inizia a due passi dall’antica chiesa di S. Paolo delle Abbadesse (questo si luogo francescano, anzi clariano).
Invece no, perbacco! Giunti a Bastiola, i progettisti hanno preferito deviare il cammino per il centro di Bastia, per poi percorrere via Roma – sempre intasata da un fiume ininterrotto di auto – per giungere a S. Maria, fregandosene del percorso verde.
Valli un po’ a capire i progettisti: io non ci sono riuscito…

Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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