Il punto di partenza di questo interessante itinerario a piedi è Armenzano, la frazione più montana di Assisi, che si raggiunge facilmente in auto uscendo da Porta Perlici; dopo aver percorso 500 m lungo la SS 444 direzione Gualdo Tadino, la si lascia per prendere sulla dx la SP 249 che in costante salita e con alcuni stretti tornanti conduce al pittoresco castello di poggio di Armenzano – a doppia pianta circolare concentrica – che merita sicuramente una visita.
Abbigliamento e calzature adeguate alla stagione e alle condizioni meteo, nello zaino qualcosa dal mangiare e da bere, bastoncini da trekking per chi è abituato a usarli, non dimenticate di portare con voi la carta dei sentieri del Monte Subasio in scala 1:25000 della sezione CAI di Foligno.
L’intero percorso è caratterizzato dalla presenza di poderose querce, la cui funzione è dovuta principalmente alla natura argillosa delle colline che si affacciano verso il Topino.
Sono state piantate e curate dall’uomo, sono cultura non solo natura
questi i dati:
distanza: 10.5 km
dislivello complessivo salita: 405 m
dislivello complessivo discesa: 405 m
quota massima: 750 m
quota minima: 590 m
durata stimata: 4 h + le soste
da Armenzano (750 m) si si inizia a camminare in discesa su asfalto costeggiando il versante N delle mura castellane, seguendo i segnavia bianco rossi 355; in corrispondenza di curva a dx, si imbocca stradello sassoso che taglia un lungo tornante e torna sull’asfalto, si giunge alla evidente sella della Croce (630 m) – punto in cui convergono numerosi stradelli e sentieri – vigilato da edicola campestre mariana in mattoncini, cristallino esempio di devozione popolare; da notare anche casa con piccola torre colombara monospiovente.
La Croce rappreenta lo spartiacque tra il Fosso Marchetto a N-W che si getta nel Tescio e il Fosso dell’Anna a S tributario del Topino.
Qui si lascia il segnavia 355 e si prosegue verso dx su strada bianca in salita; giunti al valico (685 m) si piega a sx su stradello in salita, giunti a un valico (700 m) con vecchio cancello, si piega a dx giungendo in breve a Falcioni Basso (680 m) già visibile dall’alto.
Qui la famiglia Comi gestisce dal 1988 una azienda agraria a conduzione familiare, producendo cereali e allevamento di mucche e vitelli da carne.
Camminando su strada bianca che costeggia coltivi si torna sulla strada proveniente da Armenzano, località Falcioni Alto (690 m), un pugno di case in completo abbandono.
Sul piccolo colle (700 m) a N-E di Falcioni Alto, sono stati individuati i resti di una villa rustica romana, di cui non resta traccia visibile in superficie all’infuori di numerosi cocci sparsi e di alcuni blocchi squadrati.
Al bivio si prende a sx – la vista si apre sul versante E del Subasio – tra coltivi si giunge a Casurci (700 m), dove si imbocca a dx stradello in salita.
Poco dopo ritroviamo il segnavia 355 che si segue; in corrispondenza di un evidente bivio (710 m) si piega decisamente a dx giungendo alle poche case di Vallemare (660 m); sotto un arco sorprende la presenza di una semplice edicola mariana, con affreschi in cattivo stato, peccato !
L’inconsueto toponimo, davvero singolare tra i contrafforti del Sacro Subasio, ha dato origine a diverse interpretazioni, la più nota la fornisce Arnaldo Fortini nella “Vita Nova di S.Francesco”. Sentiamo cosa dice il Fortini:
“nel 969 tutta una popolazione fu trapiantata dalla terra di Puglia al tempo di Pandolfo Testadiferro – Duca di Spoleto – il quale, al comando dell’esercito imperiale di Ottone I, vinse e sottomise Saraceni e Bizantini in quella regione”.
Il prof. Ivo Picchiarelli aggiunge “forse il richiamo al mare tra queste giogaie, fa ricordare quella gente, inoltre la presenza di cognomi con prefisso “de” oppure “di” inconsueti rispetto ai cognomi “genitivi” della zona, potrebbe rappresentare un’altra esile conferma”.
Per restare dalle nostre parti esiste Valmarina nei pressi di Afrile, frazione montana di Foligno; Valmarino di Corciano; Valmare sui Monti di Gualdo Tadino; la radice “mare” potrebbe riferirsi a stagno, terreno paludoso, laghetto.
Torniamo al nostro piacevole itinerario.
Si continua su asfalto, a un bivio (655 m) conviene lasciare i segnavia e proseguire a Colle Silvo (640 m) dove in fondo alle poche case sulla dx si gode bella veduta sulla valletta del Fosso dell’Anna.
Tornati al bivio precedente (655 m) si piega a sx su stradello forestale che gira intorno alla testata del Fosso dell’Anna, scende a un guado (590 m), risale faticosamente il versante opposto e torna alla Croce (630 m).
Poche decine di m sulla sx e subito si prende ancora sulla sx strada bianca, con magnifica vista su coltivi e superbo paesaggio; si continua a girare intorno alla vasta testata del Fosso dell’Anna.
Al 1° bivio si tiene la dx, al 2° bivio si tiene la sx, si supera su ponticello un altro ramo del fosso, al bivio successivo si lascia la strada principale (che scende a Valtopina) e si prende sulla dx giungendo in breve a Nottiano (645 m), luogo natale del Beato Giovanni.
“vi lascia il bue e mi prendo Giovanni” con questa frase, che S.Francesco rivolse ai familiari del suo più devoto discepolo, ebbe inizio la storia del Beato Giovanni da Nottiano. L’evento viene ricordato ogni anno – la prima domenica di luglio – dalla pro-loco di Armenzano, con gran concorso di popolo.
Da Nottiano magnifica veduta sulla verdeggiante valletta del Fosso dell’Anna, che potremmo definire archeologia del paesaggio; sul versante opposto, esattamente a E, si individua facilmente Colle Silvo. sovrastato dal modesto rilievo della Solfea (786 m), (Solvea su IGM).
Lungo tranquilla strada bianca in salita (segnavia 359), preceduto da altra edicola mariana, si torna ad Armenzano, già visibile in lontananza.
Una comoda panchina per riposare, un elegante fontanile per rinfrescarsi.
C’è tempo per tornare in città, rilassatevi, siete sul Sacro Subasio.