Il massiccio del Monte Subasio propriamente detto, visto dall’alto si presenta con la forma di una grande “D” maiuscola, avente la parte curva a semicerchio delimitata da vari corsi d’acqua: il Torrente Tescio da Ponte S. Vetturino a Pian della Pieve, il Fosso Marchetto da Pian della Pieve a Ponte Marchetto, il Fosso Cavaliero da Ponte Marchetto alla Croce di Armenzano, il Fosso dell’Anna dalla Croce di Armenzano al Mulino Buccilli (Mulino di Valentino su IGM), il Fosso delle Santelle dal Mulino di Valentino alla Madonna di Colpernieri (Copernieri su IGM), il Torrente Chiona dalla Madonna di Colpernieri all’incrocio con la ex SS 75 in prossimità di Ponte Chiona.
Il lato rettilineo di questa gigantesca “D” maiuscola è la retta congiungente Ponte Chiona con Ponte S. Vetturino, passante per Spello, Chiesa Tonda, Capitan Loreto, Millematti, S. Masseo.
La superficie del massiccio così delimitato corrisponde a 62 kmq, di cui l’80% costituito da rocce calcaree, il restante 20% marnoso-arenacee.
Questo è il massiccio del Monte Subasio, questo è il Sacro Subasio.
Dal punto di vista amministrativo ricade all’interno della Provincia di Perugia, tra i comuni di Assisi e Spello.
Il Consorzio Obbligatorio del Parco del Monte Subasio – istituito nel 1995 – è un ente a gestione politica che sovrintende al “Parco del Monte Subasio”, la cui perimetrazione – che delimita l’area stessa del parco – corrisponde solo in parte alla superficie del massiccio del Subasio sopra indicato.
Osserviamo attentamente la carta dei sentieri del Parco del Subasio in scala 1:25000 edita dal CAI sezione di Foligno, oppure la carta del Parco del Monte Subasio della Regione Umbria, stessa scala 1:25000. In entrambe è evidenziato con un tratto verde il perimetro che delimita i confini del parco; e qui si notano subito alcune criticità.
Tutto il centro storico di Assisi è all’interno del parco (per pochi metri Villa Gualdi è fuori parco), mentre tutto il centro storico di Spello ne è fuori:
Se prendiamo un righello e misuriamo la distanza dal municipio di Spello al punto più vicino al limite del parco, contiamo 3200 m, proprio così!
Infatti il sentiero CAI 350 nel tratto che dal Fosso Renaro scende alla Fonte Bulgarella di Spello è tutto fuori parco; stessa cosa per Poggio Calvarone e Poggio Caselle, entrambi fuori parco; il bellissimo sentiero dell’acquedotto romano che passa per il Ponte di Parasacco, con magnifica vista sulla valletta della Chiona, è tutto fuori parco; il Monte Pietrolungo è fuori parco “pure isso”.
È noto che il Subasio si caratterizza soprattutto per la presenza sui prati sommitali di spettacolari fenomeni carsici: le doline, localmente detti “mortai”, la più suggestiva e appariscente delle quali è il “mortaro grande” o “mortaio”.
Se prendiamo nuovamente il vecchio e sbiadito righello e andiamo a misurare, si nota che, partendo dal bordo della dolina, se percorriamo 250 m in direzione S-E incontriamo il palo metallico con la tabella che delimita il confine del parco, siamo soltanto a 250 m di distanza dal bordo del mortaio, ma pensa te!
Essì, perché da quelle parti la linea che delimita il limite del parco, effettua una strana “U” che lascia fuori parco la “macchia di pale” e il pittoresco borgo murato di San Giovanni; già che c’erano hanno lasciato fuori parco pure il Mulino di Valentino, una delle pochissime testimonianze (forse cinque) di mulino ad acqua ancora perfettamente funzionanti in Umbria.
Ma non finisce mica qui. All’interno del “consorzio obbligatorio” sono confluiti i comuni di Valtopina e Nocera Umbra – li avranno obbligati – che non hanno porzioni di territorio all’interno del massiccio del Monte Subasio, però ci sono entrati, forse obbligati.
I due comuni si sono ben guardati dall’inserire i loro centri storici all’interno dei confini del parco, Valtopina ha inserito qualche frazione collinare (Vallemare, Colle Silvo), ma il caso più eclatante è rappresentato dall’inserimento all’interno del parco di una “lingua” verso N – oltre la Madonna dei Tre Fossi e la bandita Cilleni – che include Lanciano, frazione montana di Nocera Umbra.Anche stavolta mi sono armato di righello – ma stavolta bello lungo – e sono andato a misurare la distanza in linea retta che separa il minuscolo abitato di Lanciano dal bordo del mortaio: 12 (dodici) km precisi.
Intendiamoci. Non ho niente contro l’inserimento all’interno del Parco del Subasio di Lanciano, della Bandita Cilleni, della Madonna dei Tre Fossi, di S. Maria di Lignano, della Chiesina di Satriano, del Monte Sente, del Monte dei Cani, tutti luoghi inseriti in contesto paesaggistico e ambientale di grande rilevanza, ma non li puoi inserire per “compensare” le estenuanti mediazioni politiche all’interno del “consorzio obbligatorio”, che hanno determinato la “bizzarra” perimetrazione del “Parco del Monte Subasio”, che ha portato alla esclusione di buona parte del “Massiccio del Monte Subasio.
Parco del Monte Subasio, ma parco de che !!!