29 Settembre 2024

Sei fuoco che consuma e riaccende

Claudio Volpi
Sei fuoco che consuma e riaccende

Oggi, scegliendo da proposte di Luca Mastrantonio che ci sono piaciute, una poesia di Giuseppe Ungaretti, ‘12 Settembre 1966’. Pochi anni prima della sua morte Ungaretti incontrò una giovane poetessa italo brasiliana, Bruna Bianco, e l’amore inaspettato, lui molto vecchio, lei molto giovane, si trasformò in energia e rinascita. La poesia parla dell’amore che Bruna aveva acceso in lui, il suo desiderio amoroso che sembrava sepolto si era risvegliato, e la paragona a una rosa con le spine, con una sensazione di gioia e di dolore: gioia perché l’innamoramento è una sensazione bellissima, dolore perché sa di essere arrivato al capolinea della sua vita. Capita ai grandi poeti, ma capita anche alle persone normali. Poi una poesia di Borges, ‘Le cose’, perché noi siamo attaccati alle cose ed agli oggetti, ed accumuliamo senza posa e senza speranza ormai, abbiamo verso di loro quasi uno sguardo colmo di tenerezza. Infine una poesia proprio sulla felicità, di Herman Hesse, perché dobbiamo cercare sempre di essere felici. Il grande e irripetibile tesoro che possediamo è il tempo della nostra vita.

12 Settembre 1966

Sei comparsa al portone
in un vestito rosso
per dirmi
che sei fuoco
che consuma
e riaccende.

Una spina
mi ha punto
delle tue rose rosse
perché succhiassi
al dito,
come già tuo,
il mio sangue.

Percorremmo la strada
che lacera il rigoglio
della selvaggia altura,
ma già
da molto tempo
sapevo che soffrendo
con temeraria fede,
l’età per vincere
non conta.

Era di lunedì,

per stringerci le mani
e parlare felici
non si trovò rifugio
che in un giardino triste
della città convulsa.

Giuseppe Ungaretti

Le cose

Le monete,
il bastone,
il portachiavi,
la pronta serratura,
i tardi appunti
che non potranno leggere
i miei scarsi giorni,
le carte da gioco
e la scacchiera,
un libro
e tra le pagine
appassita la viola,
monumento d’una sera
di certo inobliabile
e obliata,
il rosso specchio
in cui arde illusoria
un’aurora.
Quante cose,
atlanti, lime,
soglie, coppe,
chiodi,
ci servono
come taciti schiavi,
senza sguardo,
stranamente segrete!
Dureranno più in là
del nostro oblio;
non sapran mai che
ce ne siamo andati.

Jorge Luis Borges

Essere felici

Non esiste
alcun dovere
nella vita,
vi è solo il dovere
dell’essere felici.
Per questo solo,
noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti
i comandamenti
difficilmente
ci si rende felici
l’un l’altro,
perché non si rende
felici se stessi.

Se l’uomo
può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha
in sè stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato
l’insegnamento
del mondo;
questo diceva Gesù,
questo diceva Buddha,
questo diceva Hegel.

Per ognuno
l’unica cosa importante
al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità
di amare.
Se queste
sono in ordine
si possono mangiare
miglio o dolci,
portare stracci
o gioielli.
Allora il mondo
risuonerà chiaramente
con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.

Herman Hesse

Claudio Volpi

Nato ad Assisi, dove vive e lavora. Laureato in Lettere Moderne, si occupa di Arte e Antiquariato, ha una Galleria D’Arte nel centro storico della città. Dagli anni ottanta ha pubblicato diverse raccolte di poesie, l’ultima quest’anno con il volume “Voci Versate”, Casa Editrice Pagine Roma.

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