Come in tante altre realtà collinari e montane dell’Umbria, anche nel versante assisano del Sacro Subasio era presente una vasta porzione di uso civico collettivo denominata “Monte Comune di Assisi”, in alcuni documenti anche “Proprietà Collettiva del Monte Subasio” con la specifica di “ente per l’esercizio degli usi civici di legnatico e di pascolo da parte dei poveri del Comune di Assisi”
Nel 1927, all’inizio del ciclopico rimboschimento del monte da parte della Milizia Nazionale Forestale, questo patrimonio collettivo passò all’A S F D (Azienda di Stato Foreste Demaniali); è ancora possibile incontrare cippi confinari di pietra con l’acronimo; acronimo presente anche su vecchie paline di cemento a sostegno di antiche recinzioni metalliche oramai arrugginite.
Nel giorno dell’Ascensione – 26 maggio 1927 – con rito semplice e suggestivo presso l’Eremo delle Carceri, il podestà di Assisi Arnaldo Fortini dette avvio alla costituzione della Bandita Provinciale, una estensione pari a 1500 ettari; e di questo, ancora oggi, gliene siamo immensamente grati.
Nel versante spellano del monte, la porzione di Subasio di proprietà collettiva era detta “Monte dei Poveri”.
All’inizio del rimboschimento (1927) il Regime era intenzionato ad annettere anche questa parte nella Bandita Provinciale – come già fatto nel versante assisano – ma a causa delle forti proteste della popolazione locale fu trovato un accordo: la Milizia Nazionale Forestale avrebbe provveduto a rimboschire il Monte dei Poveri e, dopo dieci anni, lo stesso monte sarebbe tornato di uso civico; e questo avvenne.
Ma successivamente avvenne anche qualcos’altro.
Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, il comune di Spello urbanizzò il tratto che sale a Collepino (e oltre), consentendo la costruzione di villette (spesso seconde case), in vari stili architettonici (alcuni improbabili), con relative strade di accesso e altre necessarie opere di urbanizzazione, trasformando di fatto il “Monte dei Poveri” nel “Monte dei Ricchi”.
A distanza di 80 anni, col senno di poi e vedendo quanto accaduto, possiamo dire che non includere questa porzione di Subasio nella A S F D e nella Bandita Provinciale fu un errore di valutazione.
Ma allora nessuno poteva prevedere ciò, tanto era l’attaccamento degli spellani per l’uso civico – a quel tempo – del Monte dei Poveri.
Questo spiega i motivi per i quali, salendo verso monte da Assisi, gli insediamenti abitativi sono pochissimi, mentre salendo verso monte da Spello il colpo d’occhio è completamente diverso, di certo peggiore.
La mancata salvaguardia del paesaggio del Sacro Subasio – monte che esiste fregandosene dei confini amministrativi – in questa porzione di territorio, è una ferita difficilmente rimarginabile.