Il punto di partenza di questo semplice itinerario a piedi – breve ma con buon dislivello – è l’Abazia di S. Benedetto al Subasio, che si raggiunge facilmente in auto tramite la S P 251; si parcheggio nell’area di fronte al cancello metallico di ingresso all’abazia.
Consigliato abbigliamento comodo e adeguato alla stagione, scarponi da montagna, bastoncini e zainetto con qualcosa da bere e da mangiare.
questi i dati
distanza: 6.5 km
dislivello salita: 360 m
dislivello discesa: 360 m
quota minima: 730 m
quota massima: 1070 mdurata: 2 h 30 min + le soste
Dall’abazia di S. Benedetto (730 m) si inizia a camminare in salita giungendo subito alla antica Fonte S. Benedetto, completamente abbandonata da decenni e colonizzata da erba e rovi, di acqua nemmeno una goccia (che te lo dico affà).
La via dei padri inizia appena superata quello che rimane della fonte, imboccando sulla sx uno stradello di uso forestale in mezzo al bosco che sale in marcata salita, ben segnalato da bolli rossi e da una piccola tabella di legno “la via dei padri”.
Poco dopo sulla dx si nota una cava di fossili; proseguendo sempre il salita si va a incrociare nuovamente la S P 251 (860 m).
Un attimo di pausa.
Si attraversa la provinciale, proprio di fronte si imbocca la seconda parte della via dei padri, sempre indicata da evidenti bolli rossi, che prosegue anche essa in marcata salita, fino a uscire dalla fitta macchia.
Una volta raggiunti i prati, un’ultima breve salita conduce a un evidente sentiero (1070 m) segnalato da segnavia bianco-rossi del CAI (360), qui termina la via dei padri.
Prendendo verso sx si andrebbe a Sasso Piano, la cui croce si vede il lontananza. Il nostro itinerario prosegue invece verso dx.
Il sentiero molto evidente, ben tracciato e in leggera ma costante discesa, si tiene lungamente ai margini del bosco, con belle vedute sulla Valle Umbra, quindi entra nel bosco e conduce a Fonte Bregno (1000 m), con acqua di sorgente naturale; un cartello ammonisce il viandante che la stessa acqua non è controllata.
Vai un po’ a capire perché non viene controllata ! Questioni di competenze (e ti pareva !), chissà che ne pensano quelli che gestiscono (si fa per dire) il parco.
Una evidente epigrafe M N F (Milizia Nazionale Forestale) ci ricorda chi attuò il ciclopico rimboschimento (1927-1938) del Sacro Subasio.
Dopo una meritata sosta si riprende il cammino.
Si lasciano i segnavia 360; si prosegue in discesa (segnavia 354) lungo stradello forestale, giungendo al pianoro della Bolsella (925 m), segnalato da alcuni possenti tralicci di ripetitori.
Si lascia lo stradello e si piega sulla sinistra (segnavia 354) entrando nel bosco su esile sentiero in marcata discesa, dove occorre un minimo di attenzione in caso di erba bagnata. Eccoci a Sasso Rosso, conviene salire sullo sperone che ne costituisce la vetta geografica (830 m), incastonato nella vasta lecceta di Sasso Rosso.
Superbo panorama su Assisi, la Valle Umbra, il verde tutto intorno.
Rilassatevi: siete sul Sacro Subasio.
Sempre seguendo i segnavia 354, con alcuni piccoli saliscendi si giunge di fronte allo sperone roccioso di Sasso Aguzzo (810 m),
proseguendo sulla destra si attraversa un impluvio, siamo di nuovo sulla S P 251 (805), che si prende verso sx in discesa.
Eccoci tornati a S. Benedetto (730 m).
LA VIA DEI PADRI è un omaggio ai “padri fondatori” dei due ordini religiosi Benedettino e Francescano; è inoltre dedicata a tutti quei “padri di famiglia” di Assisi e contado (circa 300) che per undici anni lavorarono al rimboschimento di questo Sacro Monte.