Il punto di partenza di questo semplice itinerario a piedi – breve ma con buon dislivello – si raggiunge facilmente in auto tramite la S P 251 che dallo stadio degli ulivi sale con stretti tornanti all’Abazia di S. Benedetto, ma non si deve arrivare allo storico sito benedettino; si parcheggia infatti nel punto in cui si incrocia la sterrata che da sx scende dall’Eremo delle Carceri, segnavia bianco-rossi sentiero CAI 354.
In questo punto la S P 251 attraversa l’impluvio del Fosso Rosceto, toponimo “il meleto” (525 m); nello slargo sulla sx c’è posto sufficiente per alcune auto.
Consigliato abbigliamento comodo e adeguato alla stagione, scarponi da montagna, bastoncini e zainetto con qualcosa da bere e da mangiare, non dimenticate inoltre la “carta dei sentieri del Monte Subasio” in scala 1:25000 del CAI sezione di Foligno
questi i dati:
distanza: 7.0 km
dislivello salita: 530 m
dislivello discesa: 530 m
quota minima: 525 m
quota massima: 1130 m
durata stimata : 3 h + le soste
Dal meleto (525 m) si inizia a camminare seguendo i segnavia bianco-rossi CAI 354, lungo la strada asfaltata che si lascia dopo pochi m, per imboccare sulla sx un sentierino ben evidente che taglia un lungo tornante della S P 251 e torna sulla asfaltata, dove si prosegue in salita giungendo all’Abazia di S. Benedetto (730 m).
Nell’autorevole vocabolario della lingua italiana compilato da Nicola Zingarelli (1963) è ammessa sia abbazia che abazia.
Si continua in salita e subito sulla sx si notano i ruderi della storica Fonte S. Benedetto, completamente abbandonata da decenni e colonizzata da erba e rovi, di acqua nemmeno una goccia, possibile che una fonte così importante versi ormai da tanti anni in questo stato? !
Ora si lasciano i segnavia 354 che proseguono lungo la S P 251; la “Via dei Padri” inizia appena superata quello che rimane della fonte, imboccando sulla sx uno stradello di uso forestale in mezzo al bosco che sale in marcata salita
Lo stradello è ben segnalato da bolli rossi e da una piccola tabella di legno la “Via dei Padri”.
Poco dopo sulla dx si nota una cava di fossili; proseguendo sempre in marcata salita si va a incrociare nuovamente la S P 251 (860 m).
Un attimo di pausa.
Si attraversa la provinciale, proprio di fronte si imbocca la seconda parte della “Via dei Padri”, sempre indicata da evidenti bolli rossi, che prosegue anche essa in marcata salita, fino a uscire dalla fitta macchia.
Una volta raggiunti i prati, un’ultima breve salita conduce a un evidente sentiero (1070 m) segnalato da segnavia bianco-rossi 360 del CAI; qui termina la “Via dei Padri”.
Prendendo verso dx si andrebbe a Fonte Bregno, il nostro itinerario prosegue invece verso sx.
Il sentiero molto evidente e ben tracciato, si mantiene al limite del bosco con magnifica vista sulla Valle Umbra e giunge alla Croce di Sasso Piano (1130), già visibile in lontananza. Il luogo è emozionante e da sostanza al Sacro Subasio. Provate a tirare fuori dalla scatola metallica ai piedi della croce il libro dei viandanti, leggete i messaggi, le sensazioni, gli stati d’animo che emergono da quei pensieri in libertà, che camminatori, bikers, sognatori hanno lasciato scritto su quelle semplici pagine. Ma una volta lette, rimettete il libricino nella cassettina metallica, dopo aver lasciato per iscritto – perché no – il vostro stato d’animo.
Si inverte il senso di marcia e sempre seguendo i segnavia 360 si va a individuare un sentierino che piega a dx in discesa e si porta alla base del balcone calcareo di Sasso Piano – davvero imponente visto dal basso – quindi entra nel bosco e con una lunga diagonale in costante discesa sbuca nuovamente sulla S P 251
Pochi m sulla dx e subito sulla sx si imbocca un sentiero ben evidente, segnavia bianco-rossi 354 del CAI,
Con larghi tornanti si scende al cancello inferiore dell’Eremo delle Carceri (sempre chiuso), quindi si prosegue su strada di uso forestale che porta alle 3 fontane, luogo davvero ameno.
Realizzate dal Regime durante il ciclopico rimboschimento del Sacro Subasio (1927-1938), come la stessa simbologia dei manufatti indica, sono normalmente asciutte a dispetto del toponimo.
In ogni caso, anche in presenza di acqua, la stessa non va bevuta, come ammonisce un perentorio cartello che indica come l’acqua non sia controllata
Vai un po’ a capire perché non viene controllata. Questioni di competenze.
Ma va ! Chissà che ne pensano quelli che gestiscono – si fa per dire – il parco.
Dopo una meritata sosta si riprende il cammino lungo il placido stradello forestale ombreggiato da fitto bosco, che ci riporta tranquillamente al punto di partenza.
LA VIA DEI PADRI, ripulita e manutenuta da Davide – autentico “Custode del Sacro Subasio” – è un omaggio ai “padri fondatori” dei due ordini religiosi Benedettino e Francescano; è inoltre dedicata a tutti quei “padri di famiglia” di Assisi e contado, circa 300, che per undici anni lavorarono al maestoso rimboschimento di questo Sacro Monte, sotto l’attenta, scrupolosa e competente direzione della Milizia Nazionale Forestale.