10 Settembre 2021

la strada panoramica del Subasio – I° Parte

Giuseppe Bambini
la strada panoramica del Subasio – I° Parte

La strada panoramica del Subasio inizia dall’Eremo delle Carceri – dove la SP 251 piega verso S. Benedetto – sale agli Stazzi, prosegue in salita tagliando i prati sommitali, rasenta la vetta geografica e le antenne, scende poi alla Madonna della Spella per  terminare a Collepino dove incrocia la SP 249.

Osservando la tavoletta I.G.M. (Istituto Geografico Militare) “Assisi” in scala 1:25000 del 1955, si nota che dall’Eremo delle Carceri (792 m) si diparte verso monte una strada classificata come “carreggiabile” – coincidente con il percorso della strada attuale –  fin poco sopra l’attuale parcheggio degli stazzi (1083 m).
Qui si dirama: verso destra prosegue come “carreggiabile” fino al rifugio Vallonica (1059 m), coincidente con lo stradello attuale; verso sinistra prosegue come “carrareccia” ricalcando l’attuale strada delle cave; il ramo centrale sale come “carrareccia” a Prato Pistello e termina il prossimità della vetta geografica (1290 m), questo tratto coincide solo in parte con l’attuale percorso della strada panoramica.
Spostandoci all’altro lato della tavoletta I.G.M “Assisi”, si nota che da Collepino (600 m) si diparte una “carrareccia” verso S. Silvestro, che poi come “mulattiera” sale alla Madonna della Spella (978 m), sempre come “mulattiera” sale ai prati tra i mortai e il Monte Civitelle (1270 m): nessuna coincidenza con la strada attuale.

Questa era la situazione di accesso al Subasio nel 1955, come carta, anzi come tavoletta I.G.M. canta.

La strada panoramica del Subasio fu caldeggiata – fin dagli anni ’60 del secolo scorso – da un gruppo di autorevoli intellettuali assisani, in particolare da Arnaldo Fortini, gigante del ’900 assisano, Aldo Calzolari, eccellente giornalista,  Alberto Pampanini, quest’ultimo decisivo, in quanto amministratore dell’A.S.F.D. (Azienda di Stato Foreste Demaniali) per l’Umbria.
Il ministero dell’Agricoltura e Foreste, dopo aver attentamente vagliato la richiesta, decise di finanziare il progetto; allo scadere del decennio il tratto Eremo delle Carceri-Stazzi-Madonna della Spella era già completato, il secondo tratto Madonna della Spella-Collepino fu aperto nel 1970. 

Mappa relativa a ASFD del 1970 – Estratto degli Atti dell’Accademia Properziana del Subasio

Successivamente la strada, nella parte sommitale, fu maldestramente allargata per poi essere recentemente riportata alle misure attuali.
A sostegno del progetto proposto e poi realizzato, va detto con chiarezza che si tratta di una delle poche strade – tra le tante che salgono sui nostri monti – ad avere un minimo impatto visivo: non solo non si vede dalla pianura, ma non si vede nemmeno salendo sulle alture che coronano la Valle Umbra. Chi frequenta l’appennino umbro-marchigiano sa bene a cosa mi riferisco, due esempi su tutti: il “segno di zorro” che ha profanato irrimediabilmente il Monte Sibilla e l’improbabile pista da sci che  squarcia il Monte Acuto del Catria.

Del resto lo stesso Fortini aveva ammonito: “difendere il Monte Subasio da eventuali contaminazioni edilizie significa salvare la sacralità di un luogo, che fu per secoli meta di spirituali meditazioni, santificate dall’azione stessa di San Francesco d’Assisi…i turisti che vi giungono sono più pellegrini in cerca di quiete che visitatori usuali; turisti che se guardano il nostro monte, vogliono ritrovare in esso, nel suo verde, tra i suoi boschi, nel suo silenzio, non la vita di ogni giorno, ma l’intramontabile luminosità dello spirito in ascesa”.

Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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