18 Febbraio 2022

La forra del marchetto, “il piccolo gran canyon del Subasio”

Giuseppe Bambini
La forra del marchetto, “il piccolo gran canyon del Subasio”

Il punto di partenza di questo interessante itinerario a piedi si raggiunge in questo modo: da Piazza Matteotti (445 m – azzerare il conta km) si sottopassa Porta Perlici imboccando la SS 444 direzione Gualdo Tadino, superate le poche case di Pian della Pieve, in corrispondenza di una netta curva a sinistra, sulla destra bivio con strada bianca, vigilata da una grande quercia, dove si può comodamente parcheggiare (385 m – 5.5 km da Piazza Matteotti). Consigliati abbigliamento comodo adeguato alla stagione, buoni scarponi, bastoncini da escursionismo.

questi i dati:
lunghezza 5.5 km
dislivello salita: 190 m
dislivello discesa: 190 m
quota minima: 375 m
quota massima: 525 m
durata stimata: 2 h 30’

dal punto di partenza (385 m) si inizia a camminare lunga la larga strada bianca pianeggiante e dopo 300 m, prima di attraversare il ponte sul Tescio, si imbocca sulla sinistra stradello che conduce in breve sotto le grandi arcate del Ponte Francescano (374 m), superate le quali si prende il sentiero sulla sinistra (segnavia 362), inizialmente pianeggiante con tratti umidi e fangosi.

foto di Alfio Rosignoli

Il sentiero inizia a salire, si supera un breve tratto in forte pendenza con rocce affioranti che possono essere scivolose (occorre un minimo di attenzione). 
Lo stradello, sempre molto evidente, consente belle vedute sulla incassata Forra del Marchetto. Eccoci al Ponte Marchetto (424 m), dal quale si ha una eccezionale veduta sulle pareti strapiombanti del “piccolo gran canyon del Subasio” e sull’andamento sinuoso del corso d’acqua: spettacolare!

foto di Alfio Rosignoli

Il ponte, di epoca medievale, era anticamente conosciuto come Ponte dei Lupi – pons luporum –  e rappresentava una importante via di comunicazione tra Assisi e il suo vasto contado orientale.

Acquarello di Claudio Fronza

Poche decine di m verso valle si ha la confluenza  del Fosso Sanguinone – proveniente dal Macchione del Subasio – nel Marchetto.
Lasciato il ponte sulla destra, si prosegue placidamente su sentierino (segnavia  351) che conduce in breve al Ponte Cavaliero (440 m), di epoca successiva (XVIII sec) al precedente, che non va assolutamente scavalcato in quanto pericolante. Pochi m a valle si ha la confluenza del Fosso Cavaliero – proveniente dalla Croce di Armenzano – nel Marchetto: vista superba.
Lasciato il ponte sulla destra, si continua in leggera salita giungendo a un evidente bivio; trascurare il segnavia 351 prendendo sulla destra lo stradello erboso che conduce in breve a “la Fèrsena”, cascatella che già si sente rumoreggiare in lontananza. A monte della cascata è il ponte e il manufatto (465 m) dell’acquedotto Nocera-Assisi-Perugia, opera di notevole ingegneria idraulica, che consente l’approvvigionamento di una parte delle città di Assisi e Perugia con l’acqua proveniente dalle sorgenti di Bagnara di Nocera, famosa stazione termale sin dai tempi dei Romani.

foto di Alfio Rosignoli

Tornati al bivio precedente si riprende il segnavia 351, con un paio di svolte in marcata salita si esce dal bosco; costeggiando recinzione a destra e viti maritate a sinistra, si giunge a Casa Poderaccio (521 m).

foto di Alfio Rosignoli

(per approfondimenti su questo luogo vedi “e la vite si maritò” in questa rubrica)

Superata la casa si giunge a bivio con strada bianca, qui si lascia il segnavia 351 – che prosegue verso Nocera – e si prende a sinistra scendendo placidamente, accompagnati da magnifica visuale  sul boscoso versante settentrionale del  Subasio.
In prossimità della grande quercia donde eravamo partiti, nell’attraversare il Ponte Francescano, uno sguardo sulla sinistra in basso a vedere la confluenza del Marchetto nel Tescio, uno sguardo sulla destra in basso al vecchio ponte con le grandi tubature dell’acquedotto, eppoi i coltivi, le radure, i pioppi cipressini tutt’intorno, gli orti adiacenti alle poche abitazioni, con il Sacro Subasio a dominio del tutto.
E se qualche disincantato cittadino inurbato, ancora si domanda perché tanti villeggianti provenienti da lontane contrade vengono a gustarsi questi paesaggi, venga a camminare da queste parti – con il giusto spirito – e ne capirà i motivi.

foto di Alfio Rosignoli

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Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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