28 Maggio 2021

La faccia nascosta del Subasio

Giuseppe Bambini
La faccia nascosta del Subasio

Il Mulino Buccilli si raggiunge facilmente da Spello salendo lungo la SP 249 che sale a Collepino, si trascura la strada che sale verso monte e si continua sulla stessa SP 249 in direzione San Giovanni; poco prima di giungere  al paese un evidente segnale ci indica di svoltare sulla destra, un km in discesa e siamo al Mulino Buccilli (444 m) – stessa quota di Piazza Matteotti – Mulino di Valentino su IGM; siamo ancora nel comune di Spello, anche se Valtopina è a poco più 3 km.
Un minimo di rispetto per chi ci abita suggerisce di parcheggiare lungo la strada e non davanti al portone di casa.
Per effettuare questa escursione, è richiesto un minimo di allenamento, abbigliamento comodo e scarponi da montagna, carta dei sentieri del Monte Subasio in scala 1:25000, borraccia e qualcosa da mangiare nello zainetto, senza dimenticare di lasciare in auto borsa con ricambio; va ricordato inoltre che l’ultima parte del percorso si sviluppa lungo un corso d’acqua con numerosi guadi da superare; questi i dati tecnici:

distanza: 10.5 km
dislivello complessivo salita: 450 m
dislivello complessivo discesa: 450 m
quota massima: 847 m; quota minima: 444 m
durata stimata: 4 ore più le soste

Si inizia a camminare sulla strada asfaltata direzione Spello (segnavia 357), dopo 300 m si prende sulla destra sentiero in salita in mezzo al bosco, poco dopo bel panorama sui calanchi del vallone sottostante; si giunge su sterrata che si traversa e, mantenendo la direzione, si prosegue su carrareccia  fino a una biforcazione dove si prende a sinistra. Un breve tratto di asfalto conduce ci porta al pittoresco borgo murato medievale di San Giovanni (636 m) – già visibile dal basso – perfettamente restaurato con la caratteristica pietra bianco-rosa del Subasio (pietra di Assisi).
Consigliato un giretto attraverso gli stretti vicoli, nella parte bassa ringhiera panoramica. Il minuscolo abitato deve il nome al patrono cui è dedicata la chiesina: S. Giovanni Evangelista, la cui ricorrenza è il 27 dicembre, data davvero poco favorevole per feste comunitarie e devozionali, ragion per cui un parroco all’inizio del secolo scorso sostituì la ricorrenza con quella del Battista (24 giugno), decisamente più consona per incontri e manifestazioni popolari: del resto sempre di S. Giovanni si trattava, per diamine!

Si riprende a camminare su strada asfaltata SP 249 in salita direzione Armenzano (segnavia 353-357), quando la stessa piega sulla destra si continua diritto su sterrata; poco dopo i due sentieri si separano (695 m), si trascura il 357 e si prende a destra il 353 su sterrata in salita (catena), poco dopo si lascia la sterrata e si piega a destra su sentierino ben marcato che traversa un fosso e con alcuni saliscendi riporta sulla SP 249 (766 m), già visibile in basso sulla destra. La si segue per circa 500 m quindi si piega a sinistra su sterrata che, con alcune svolte in salita, giunge al casale delle Banditelle (810 m) – demaniale – ben ristrutturato con denaro pubblico, ma da anni del tutto inutilizzato.
Proseguendo su sterrata subito dopo sulla sinistra si nota una tartufaia e un impianto eolico (funzionante) a supporto del casale. La sterrata in leggera salita attraversa due fossi, tocca quota 847 m e giunge a una biforcazione, qui si trascura il segnavia 353 che prosegue sulla sinistra e si prende sulla destra in discesa (segnavia 355). Dopo aver superato un evidente manufatto dell’acquedotto, si tocca lo storico fontanile “i trocchi” (asciutto), giungendo ad Armenzano (759 m) – castello di poggio a doppia pianta circolare concentrica – perfettamente restaurato, in cima al quale domina il cassero del feudatario.

Un bel fontanile invita il viandante a una meritata sosta. Proprio di fronte è l’edificio che ha ospitato in passato le scuole elementari, ma una volta venuto meno il suo utilizzo era in decadenza, un sapiente recente restauro lo ha restituito a nuova vita, si spera in un prossimo utilizzo adeguato a un turismo “lento e consapevole”, in linea con la superba bellezza ambientale del luogo.   
Il rilievo tondeggiante dove è stato edificato, la posizione strategica a controllo del vasto contado e la struttura circolare del castello, fanno pensare sia stato edificato su precedente insediamento di altura preromano: castelliere umbro; del resto in questa zona dell’Umbria se ne trovano numerosi.
Non dimenticate di fare il giro delle mura esterne e interne, godetevi il magnifico panorama.
Dopo sosta ristoratrice si riprende il cammino seguendo i segnavia 359 fino al termine. Questa è la parte sicuramente più interessante dell’intero percorso: siamo in “quello straordinario parco della civiltà contadina umbra che è la Valle dell’Anna, in fondo alla quale è incastonato il Mulino di Buccilli” (prof. Picchiarelli).
Camminando lungo placida sterrata in discesa siamo al minuscolo abitato di Nottiano (645), luogo di uno dei primi seguaci di S. Francesco, il beato Giovanni “il semplice”. Giunti al termine delle poche case si trascura la sterrata e si prosegue diritto su viottolo un po’ ingombro che riporta sulla sterrata; qui si prende a destra per poche decine di m quindi si lascia la sterrata e si piega decisamente a sinistra su sentierino in discesa leggermente esposto (attenzione!).

Si scende al greto del Fosso dell’Anna, qui iniziano i numerosi guadi (10 o forse più) che vanno attraversati con un minimo di cautela. Tanti sono i piccoli corsi d’acqua che confluiscono nel Fosso dell’Anna – da ambo i versanti – dando origine a cascatelle e giochi d’acqua che rendono il luogo davvero suggestivo.
Si giunge ai ruderi del Mulino di Pòllo (464 m) – alla confluenza del Fosso Vettoio (proveniente dalla “vetta” del Subasio) nel Fosso dell’Anna – struttura che ha macinato fino alla metà del secolo scorso.
Tra un guado e una cascatella si giunge al “partitore” dove inizia il canale di alimentazione – “reglia” o “gora” – che convoglia parte dell’acqua dell’Anna nel laghetto – “accolta” o “bottaccio” – che fa girare i palmenti del Mulino di Valentino. Proseguendo lungo il canale, sempre con un minimo di attenzione, si torna al punto di partenza.
A questo punto è d’obbligo una visita al laghetto e al mulino ad acqua che – occorre ricordare – è uno dei pochissimi ancora funzionanti in Umbria. La gentilissima signora Giuliva vi farà visitare l’opificio con le due macine – superiore e inferiore – che dal 1861 non hanno mai smesso di macinare, quasi esclusivamente grano.

Infine –  ma che me lo dici affà – degustazione dei loro prodotti da forno. Ma se volete organizzare bene il tutto, prima di partire per la camminata, fate presente che farete la visita al termine del giro.
Perché il Sacro Subasio va conosciuto anche nella sua faccia nascosta, con la certezza di trovare tra le sue pieghe e i suoi anfratti sempre qualcosa di interessante, ma tutto questo solo e soltanto per chi lo frequenta con i tempi giusti e i giusti modi.
Buoni passi!

Scarica il percorso dell’itinerario

Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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