Una bella poesia di Erri De Luca (1950), poeta, scrittore, giornalista, dedicata ai genitori che non ci sono più.
È lavita
Non ho madre né padre.
Pare ci sia
un tempo regolamentare,
poi a un figlio
non spettano più.
Lo chiamano E’lavita
Come spiegazione
non mi basta.
Sono rimasto figlio,
il padre di nessuno.
Da figlio vorrei
qualche volta
fare visita,
una telefonata,
portare un regalo.
I loro compleanni
sono giorni
che guardo le fotografie.
Mi piacciono quelle
con loro due giovani
e io neanche un’ipotesi.
Mi piace la loro vita
prima del 1950,
hanno una serietà
ironia
che non ho ricevuto.
Mi pento
di aver dato via
le loro scarpe.
Se tornano
mi chiederanno conto
di non custodire
la forma dei piedi,
la suola dei passi.
Quando li sogno
non stanno più insieme,
vengono a turno
in visita,
non parlano,
si lasciano abbracciare.
Il tempo non mi abitua,
pure oggi
è il giorno dopo
della separazione
da quei due.
Solo quando
mi succede un guaio
dico meglio così,
che non l’hanno saputo.