Negli ultimi duemila anni… Vabbé, non esageriamo. Negli ultimi mille anni Assisi ha conosciuto tre cattedrali. La prima è stata la chiesa di Santa Maria Maggiore nella terrazza inferiore della città romana, e lo restò fino ai tempi del vescovo Ugone (1029-1059), quando questi, nel tentativo d’impossessarsi di un sarcofago pagano al cui interno erano state deposte le ossa del vescovo Rufino fatto affogare nelle acque del Chiascio, prima che fossero trasferite in una «parva basilica» nella parte alta della città, ingaggiò una sorta di braccio di ferro con il popolo, e non riuscendoci fece ampliare la piccola chiesa dedicata a San Rufino, restituì le ossa del santo al suo primitivo sarcofago, e nel 1035 vi trasferì il titolo di cattedrale. Nel 1140 i canonici di San Rufino dettero inizio alla costruzione di una chiesa più grande, occupando gli orti alle spalle della «basilica ugoniana». Sappiamo che nel 1210, vivente Francesco, i lavori non erano ancora conclusi. Sappiamo che l’altare maggiore fu consacrato nel 1228 da Gregorio IX, presente in città per la canonizzazione di san Francesco. Sappiamo che la chiesa fu consacrata nel 1253 da Innocenzo IV, venuto ad Assisi per la fine dei lavori in San Francesco. Cosa sappiamo dei tempi di ultimazione della terza cattedrale? Ci servirà per sapere dove fu battezzato nel 1182 il figlio del mercante Pietro di Bernardone. Il dubbio nasce dalla posizione odierna del fonte, nell’ultima campata di un edificio la cui costruzione aveva avuto inizio partendo dalla tribuna absidale, dove c’è ancora una lapide col nome dell’architetto Giovanni da Gubbio, la data 1140 e il nome del priore del capitolo Rainerio. Una qualche ragione impedì a Giovanni da Gubbio di portare a compimento la fabbrica secondo il progetto originario: forse la morte, o più verosimilmente la «captio capitalis» di Assisi nella primavera 1174, quando l’esercito dell’imperatore svevo Federico I Barbarossa, sotto il comando di Cristiano di Magonza, s’impossessò della città e la trasformò in contea. Ne seguì la costruzione di una cittadella imperiale in vetta al colle, e un brusco cambio della classe dirigente che portò al blocco dei lavori in cattedrale. Le cose tornarono a muoversi sullo scorcio del XII secolo, quando in seguito alla morte dell’imperatore Enrico VI nel 1197, la vedova Costanza d’Altavilla nominò papa Innocenzo III tutore del figlio ed erede Federico II. Profittando della vacanza imperiale, nell’aprile 1198 un emissario pontificio cercò d’impadronirsi della rocca di Assisi, ma ne fu impedito dai «boni homines», cioè dalla nobiltà germanica legata al conte Corrado di Urslingen, che la rasero al suolo venendo a loro volta scacciati dagli «homines populi», che ne distrussero le case e i castelli del comitato, dandosi una forma di autogoverno comunale e accettando l’autorità del pontefice. Seguirono alcuni anni turbolenti, finché nel 1210 “maiores” e “minores”, nobili e popolani, stipularono un patto di pace che si apriva con il solenne giuramento «che senza comune consentimento non facciano mai patto alcuno col papa o coi nunzi o legati di lui, né con imperatore o re, ovvero coi lor nunzi o legati, né con città o castello, né con maggior persona, ma di comune accordo facciano quanto è da fare ad onore, salute ed aumento del comune d’Assisi». Nel patto non si parlava più della cittadella imperiale. Ci si preoccupava al contrario «che l’edificazione della nuova chiesa di San Rufino vada innanzi». Recentemente è stata osservata la presenza di una vistosa cesura verticale sulle opposte pareti laterali all’altezza della campata d’ingresso, segno evidente di un blocco dei lavori destinato a durare nel tempo e tale da richiedere la costruzione di una facciata provvisoria. Di conseguenza è verosimile che nel 1210 non esistesse ancora la facciata odierna, come dimostrano i rilievi figurati che si datano per confronti stilistici nel primo quarto del ‘200, e sono ben differenti dai rilievi presenti nella tribuna absidale. Se non c’era la facciata, il fonte battestimale non doveva occupare lo spazio odierno. Sorge spontanea la domanda: ma dove fu battezzato Giovanni detto Francesco, il figlio del mercante?