24 Maggio 2024

Dall’Eremo alla Croce

Giuseppe Bambini
Dall’Eremo alla Croce

Il punto di partenza di questo interessante itinerario a piedi – breve ma intenso –  è il parcheggio “Cava dei Francesi” che si raggiunge facilmente in auto; da Piazza Matteotti si sottopassa Porta Cappuccini e si imbocca la SP 251 che sale con stretti tornanti verso il monte, poco prima dell’Eremo delle Carceri si parcheggia su grande piazzale sulla sx, impossibile non vederlo.

Bella veduta verso il basso sulla Valle Umbra.

Abbigliamento e calzature adeguate alla stagione e alle condizioni meteo, nello zaino qualcosa dal mangiare e da bere, bastoncini da trekking per chi è abituato a usarli, consigliatissima la carta dei sentieri del Monte Subasio in scala 1:25000 della sezione CAI di Foligno.

 

questi i dati:

distanza: 6.8 km
dislivello complessivo salita: 400 m
dislivello complessivo discesa: 400 m
quota massima: 1130 m
quota minima: 755 m
durata stimata: 2 h 30 min + le soste

Si inizia a camminare dal parcheggio Cava dei Francesi (755 m) lungo la SP 251 che, in marcata salita, conduce in breve all’ingresso dell’Eremo delle Carceri (790 m), mistico luogo francescano, che merita sicuramente una attenta visita.

Si continua e al bivio successivo si piega sulla dx rimanendo sulla SP 251 che continua a salire fino a incrociare l’impluvio del Fosso delle Carceri (830 m); ora si lascia l’asfalto e si prende a sx un evidente stradello sassoso (segnavia bianco-rossi CAI 350)

che subito diventa sentiero e sale ripidamente mantenendosi in prossimità del fosso, normalmente asciutto; già al tempo di S. Francesco si chiamava “rigo secco”.

La traccia è molto evidente, questo tratto è uno dei più calpestati dell’intero massiccio, qui passano ogni anno diverse migliaia di camminatori.

Un’ultima breve rampa in forte pendenza conduce, senza possibilità di errore, su strada di servizio forestale (1065 m), che si percorre verso dx giungendo subito a un casotto (Rifugio Vallonica su IGM) in pietra a vista (1060 m), costruito come struttura a sostegno del grandioso rimboschimento operato dal Regime (1927-1938), effettuato dalla Milizia Nazionale Forestale, come ricorda una epigrafe posta nella facciata che guarda a occidente.

Si supera un abbeveratoio in abbandono, si prosegue su pista erbosa che attraversa un valloncello e giunge a una selletta (1115 m).

Guardando all’indietro si può osservare la grande depressione carsica di Vallonica  appena attraversata, il casotto di Vallonica e più in lontananza quello degli Stazzi, a sx del quale è il perfetto cono del Colle S. Rufino o Torre Messere.

Bella e riposante veduta!

Seguendo i segnavia 350 si giunge alla Croce di Sasso Piano (1130 m), già visibile in lontananza, magnifico balcone panoramico.

Mettetevi comodi in uno dei tanti scalini naturali di questa terrazza calcarea e rilassatevi.

Il luogo è emozionante e da sostanza al Sacro Subasio. Provate a tirare fuori dalla scatola metallica ai piedi della croce il libro dei viandanti, leggete i messaggi, le sensazioni, gli stati d’animo che emergono da quei pensieri in libertà, che camminatori, bikers, sognatori hanno lasciato scritto su quelle semplici pagine. Ma una volta lette, rimettete il libricino nella cassettina metallica, dopo aver lasciato per iscritto – perché no – il vostro stato d’animo.

 

Ora si lasciano i segnavia CAI 350, che proseguono verso monte, si seguono i segnavia 360 in leggera discesa; si va a individuare un sentierino che piega a dx  in discesa e si porta in breve alla base della bastionata calcarea di Sasso Piano, davvero imponente vista dal basso.

Si prosegue nel bosco con una lunga diagonale in costante discesa; eccoci nuovamente sulla S P 251 (880 m), toponimo “rimboschimento”.

Ora verso dx su asfalto in discesa, tornando sul percorso dell’andata, ingresso Eremo delle Carceri (790 m) e placidamente di nuovo al parcheggio Cava dei Francesi (755 m).

Magnifica la visione sulla gola del Fosso delle Carceri rivestita in gran parte da monumentali lecci e robuste roverelle; un occhio attento riuscirà a individuare verso l’alto, là dove termina il bosco, il bastione di Sasso Piano e la Croce che lo caratterizza.

Niente da aggiungere, ne da dividere!

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Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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