05 Aprile 2024

L’anello della fascia olivata

Giuseppe Bambini
L’anello della fascia olivata

L’itinerario a piedi proposto, inizia e termina alla Chiesa di S. Apollinare a Capodacqua, piccolo agglomerato di case sparse alle falde meridionali del Sacro Subasio, a metà strada tra Assisi e Spello, entrambi i capoluoghi distano 6 km da qui.

La chiesa sembra sovradimensionata rispetto alle poche case dei paraggi, va comunque considerato che per Capodacqua si intende da sempre un vasto contado collinare compreso tra Rivotorto, Viole e Capitan Loreto.

Abbigliamento comodo e adeguato alla stagione, scarponi da escursionismo ben rodati, bastoncini, qualcosa da mangiare e da bere nello zainetto, non dimenticate di portare anche la Carta dei Sentieri del Monte Subasio del CAI sezione di Foligno in scala 1:25000, molto utile insieme alla descrizione e alla traccia.

L’itinerario si sviluppa su stradelli e sentieri ben tracciati, richiede un minimo di allenamento, è di grande interesse dal punto di vista paesaggistico e ambientale; fatelo ad andatura lenta e godetevi questo paesaggio culturale fatto di infiniti oliveti, querce camporili, muretti a secco, ampi panorami, casali restaurati con cura, boschi secolari, macchia mediterranea.  

Questi i dati

distanza: 11 km
dislivello complessivo salita: 360 m
dislivello complessivo discesa: 360 m
quota max: 425 m
quota min: 260 m
tempo stimato: 4 h 30 min + le soste 

Dalla chiesa di S. Apollinare (330 m) si inizia a camminare direzione Spello, sulla sx le mura e i cipressi del piccolo cimitero; ogni volta che cammino in prossimità di piccoli camposanti campestri, mi viene in mente la battistiana “una giornata uggiosa”, brano eponimo dell’ultimo album mogol-battistiano (1980) che fa: “sogno un cimitero di campagna e io là, all’ombra di un ciliegio in fiore senza età, per riposare un poco due o trecento anni, giusto per capir di più e placar gli affanni”, su testo ovviamente di Mogol.

Il placido stradello conduce alle poche case del  Collicello (335 m), giunti in fondo al bivio si tiene la sx giungendo alla Castelluzza (355 m), un pugno di case; a questo punto siamo sulla Via di Francesco, indicata da segnavia giallo-blu VdF, presenti inoltre segnavia bianco-rossi CFM (Cammino Francescano della Marca); entrambi  ci guideranno.

Ora a dx in leggera discesa a superare l’impluvio del Fosso Renaro, normalmente asciutto, ma la vista non inganni.

Prima del ciclopico rimboschimento del Sacro Subasio effettuato dal Regime (1927-1938) – e la sua regimazione attraverso briglie artificiali – le piene del Renaro mettevano paura agli abitanti del sottostante borgo di Capitan Loreto.

Superate le poche case di Renaro, lo stradello prosegue in discesa, al bivio (300 m) ben segnalato, si piega sulla sx in leggera salita, si attraversa un boschetto, si tocca Fonte Maltempo (315 m) – localmente Maltiémpo – piccola depressione carsica con ristagno di acqua. In discesa si giunge a incrocio vigilato dalla Maestà Mascicone (285 m), cristallino esempio di devozione popolare, piccola fontanella sulla sx dell’edicola sacra; alcune panche invitano il viandante a una sosta e – perché no – anche a un momento di riflessione.

Si prosegue sulla sx direzione Spello lungo la “Stradetta di Assisi”, percorsa a piedi ogni anno nei due sensi da migliaia di pellegrini, viandanti, sognatori.

Giunti al bivio (300 m) si prende a sx Viale Poeta – ombreggiata da lecci secolari – con magnifica veduta su torri e campanili della parte alta del borgo medievale.

si supera la storica Fonte Poeta – con acqua controllata – notare le chiavi decussate, simbolo del potere temporale dello Stato Pontificio.

Al bivio successivo (295 m) si lasciano i segnavia giallo-blu della VdF, che proseguono verso il centro storico di Spello, piegando sulla sx lungo Via Fontemonte, in forte salita, che si percorre per 200 m ca.

Al successivo bivio (325 m)  si imbocca sulla sx placido stradello che si mantiene parallelo alla “Stradetta di Assisi”, a quota più alta; questa è sicuramente la parte più affascinante dell’itinerario.

Trascurando le piccole deviazioni laterali e mantenendo la direzione principale, si continua verso la “Macchia Scura” che si attraversa, lo stradello sale a quota 425 m, poi scende superando un manufatto acquedotto (370 m), quindi due bei casali (S. Pietro su IGM) e poi a un bivio (335 m); ora a dx a incrociare nuovamente lo stradello dell’andata.

A questo punto si ritrovano nuovamente i segnavia giallo-blu della VdF che seguiremo fino al termine.

In salita a superare le poche case di Renaro e l’impluvio del fosso omonimo, giunti nuovamente alla Castelluzza, si lascia il percorso dell’andata e si piega sulla dx in forte salita fino a incrociare Via Gabbiano (425 m).

Ora in discesa superando casali con pietra a vista perfettamente restaurati, ombreggiate da poderose querce secolari, in basso magnifica veduta sulla Valle Umbra.

Via Gabbiano termina alla Madonna delle Cave (340 m), minuscola edicola mariana eretta a protezione di coloro che esercitavano – e quelli che ancora oggi lo fanno –  la dura arte dei cavatori di pietra. Questa piccola e dignitosa edicola, ribadisce la diffusione capillare della devozione popolare nei confronti della Madre di Nostro Signore.

Si piega sulla sx a superare le poche case di Capodacqua, la Chiesa di S. Apollinare (330 m) è lì a due passi; siamo arrivati.

Forse un poco stanchi, ma sicuramente rilassati; camminare su un tapis roulant con le cuffie in testa all’interno di una palestra super attrezzata, non provoca le stesse sensazioni. È una opinione personale, ovvio, ma questo è quello che penso.
Io !

Le foto sono di Giuseppe Bambini

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Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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