La Primavera, con i suoi effetti conturbanti.
La primavera.
Così arrivi, come sempre,
a spargere il sospetto del paradiso,
e prima ancora
di aprire la finestra
ti riconosco dalla luce più lenta
dai pulviscoli sospesi
e senza direzione
dalla replica ossessiva
degli uccelli,
e se non fossero gli uccelli
sarebbe un’altra cosa,
per ogni posto
hai le tue specialità;
e quando entri
e ti lascio i miei sensi
riabito case sconosciute
e ho nostalgia
di cose mai avvenute.
E attraverso i tuoi labirinti
sospingi addosso a me
i continenti e le stagioni
e io divento la parete
degli urti e dei rimbalzi
l’appoggio dove
cominciano le fughe
fino al risucchio silenzioso
dell’estate.
Patrizia Cavalli
Passerò per Piazza di Spagna
Sarà un cielo chiaro.
S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
Non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane,
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu, ferma e chiara.
Cesare Pavese