Salendo in auto da porta Nuova e imboccata sulla sinistra la Via S. Benedetto e la SP 251, una stretta e tortuosa strada sale alla abazia di S. Benedetto al Subasio (729 m), continuando in salita dopo circa 500 m, in corrispondenza di una netta curva a sinistra, si parcheggia (803 m); una segnaletica verticale indica i sentieri CAI 354 e 356, calzando comode scarpe e facendo un minimo di attenzione a dove si mettono i piedi, seguendo i segnavia bianco-rossi si giunge in 10 minuti di facile cammino al punto in cui i due sentieri si dividono; qui ci si ferma e sulla destra si sale attraverso due “scalini” nella roccia, alla vetta geografica di “sasso rosso” (830 m), magnifico balcone panoramico sulla valle umbra e su rocche e campanili di Assisi.
Siamo nel cuore della lecceta di sasso rosso, la più vasta del Subasio, visibilissima da fondo valle, specialmente in inverno; infatti tra i tanti tipi di quercia e altri alberi che perdono le foglie, il leccio (quercus ilex) è un sempreverde dal colore scuro e intenso, pianta mediterranea antichissima, gradisce i terreni sassosi ed esposti a sud.
Possiamo considerarla una pianta francescana, in quanto caratterizza quasi sempre i dintorni di chiese, eremi e santuari dedicati al Santo nella nostra regione e dintorni.
Se poi si viene al tramonto, quando si accendono le prime luci su Assisi e sulla valle, l’aria leggermente tremolante, l’atmosfera è davvero coinvolgente.
Tornati al punto di partenza e ripresa l’auto, si prosegue lungo la SP 251 che sale e, dopo un lungo tratto pianeggiante, scende all’Eremo delle Carceri (792 m), qui si parcheggia.
Camminando lungo lo stradello che porta all’eremo e prima dello stesso, sulla sinistra si erge maestoso, possente, immortale, il leccio più grande del Sacro Subasio impossibile non notarlo; proviamo una datazione ragionevole: almeno 300 anni.
Portate un decametro a fettuccia, divertitevi a fare una valutazione approssimata della circonferenza “a petto d’omo” e poi fate la misurazione, perché è vero che c’è del leccio (ma proprio tanto) sul Subasio, ma questo e solo questo è “il leccio”…