05 Febbraio 2021

“asfalto e paesaggio”

Giuseppe Bambini
“asfalto e paesaggio”

“una delle numerose strade bianche sulle colline a sud di Siena, nonostante la loro manutenzione sia molto onerosa, la Provincia si fa carico dei costi preferendo evitarne le asfaltature”
“la Provincia non le asfalta e le mantiene come percorsi alternativi per un turismo colto e attento all’ambiente naturale”

dal mensile Meridiani – luglio 2004 “le grandi vie: la Cassia da Roma a Siena con Corrado Augias”

Non la pensava così la Comunità Montana Monte Subasio (con sede a Valtopina), che  nel 2007 asfaltò una ventina di chilometri di strade bianche nel versante nord-orientale del massiccio, nella vasta zona collinare compresa tra la Rocca di Postignano, la Bandita Cilleni, la Madonna dei Tre Fossi, risparmiando solo (bontà loro) lo stradello che scende alla chiesina di Satriano.
Intendiamoci, tutto a norma di legge, una volta ottenuti i necessari finanziamenti, tutto nel rispetto di permessi, timbri, bolli, ceralacca, nulla-osta, pacche sulle spalle.
Del resto, forse pensavano gli amministratori di quella Comunità Montana – finalmente smantellata nella dirigenza politica e confluita nell’unica Agenzia Forestale Regionale (AFOR) – cosa vuoi che ne sappiano i titolari dei ricercati agriturismi delle crete senesi, i proprietari dei pregiati frantoi della Val d’Orcia, gli esperti “vignerons” dei colli del Chianti ?

Ovvia, son tutti grulli !

Magari avranno pure aggiunto: che se le tengano loro le “numerose strade bianche” e “un turismo colto e attento all’ambiente naturale”, noi si, noi sappiamo come si fa e glie lo facciamo vedere.
L’asfalto non ha risparmiato recentemente la Via Gabbiano che mette in comunicazione Capodacqua  di Assisi con –  appunto – la zona e la Strada del Gabbiano. Anche in questo caso – ça va sans dire – tutto legittimo, ma la si poteva sicuramente lasciare a fondo naturale, curandone adeguata e periodica manutenzione, bastava poco.
La salvaguardia consapevole e responsabile del paesaggio montano e collinare del Sacro Subasio – che ricordiamolo è per gran parte paesaggio culturale e non naturale – non è una battaglia di retroguardia, non c’è autolesionismo negli amministratori locali del senese e  negli operatori economici che là hanno le loro pregiate attività che sono, giova ricordare, economicamente molto efficienti.
Peraltro nella zona del Gabbiano passa anche la “Via di Francesco”, per strada campestre di alto pregio paesaggistico, in parte ancora bianca: non sappiamo fino a quando rimarrà in questo stato.
L’unicità del nostro monte e delle sue zone limitrofe, passa anche attraverso l’attenzione a questi piccoli ma significativi dettagli.
Proviamo a mantenerla questa unicità che ci circonda. Niente proclami, solamente un po’ di buona volontà.

Giuseppe Bambini

Viandante per antiche terre Umbre

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