05 Novembre 2020

Ars Nova Musicae

Peppe Frana
Ars Nova Musicae

Sappiamo ben poco della vita di Philippe de Vitry e le scarse informazioni biografiche a nostra disposizione ci raccontano, tutto sommato, una storia sovrapponibile a quelle dei suoi omologhi compositori e musici teorici europei attivi nella prima metà del Trecento, secolo di “avventure e calamità” secondo il sottotitolo del bel saggio di Barbara Tuchmann “Uno specchio lontano”. Nacque a Parigi e conclusa la formazione universitaria che gli conferì il titolo di “Magister” entrò nell’élite politica e culturale della sua epoca peregrinando tra le corti di Francia incluso il papato avignonese, fu fatto vescovo, morì settantenne tra onori e benemerenze. Le sue frequentazioni intellettuali quasi certamente inclusero il Petrarca e la sua opera musicale, di cui ci sono pervenuti purtroppo ben pochi esempi, attesta la sua maestria di polifonista. Tuttavia De Vitry verrà ricordato soprattutto per la sua opera teorica “Ars Nova Musicae” in cui la “nuova arte” veniva individuata nelle più recenti evoluzioni dello stile polifonico che egli osservava manifestarsi nella produzione musicale italiana e francese del suo tempo, a cui la successiva musicologia storica ha dato in suo onore il nome di “Ars Nova”. Già Marchetto da Padova, nato un ventennio prima del nostro protagonista, si intestò infatti l’invenzione di un nuovo modo di scrivere la musica che consentisse per la prima volta l’indicazione delle esatte proporzioni ritmiche tra le note, consegnando ai compositori del Trecento una potentissima estensione del proprio pensiero musicale che, in maniera ai software di notazione e composizione musicale apparsi negli ultimi decenni del nostro tempo, innescò un’epoca di enorme creatività e sperimentalismo. Possiamo facilmente immaginare come l’inaudita complessità della polifonia di Jacopo da Bologna, di Landini e i suoi contemporanei fiorentini, di Machaut e dello stesso De Vitry tra gli altri suonasse all’orecchio degli ascoltatori del tempo come un fenomeno di deflagrante novità, una modo nuovo di fare musica incarnatosi in un movimento artistico illuminato dalla consapevolezza della propria portata storica, di cui le vicende e l’opera di questi uomini di cui sappiamo così poco non cessano di renderci testimonianza.

Peppe Frana

Specialista in strumenti a plettro medievali ed extraeuropei, si è formato presso il Labyrinth Musical Workshop di Houdetsi (Creta) e la Schola Cantorum Basilensis. Collabora tra gli altri con Ensemble Micrologus, Ross Daly, Vinicio Capossela, Daniele Sepe.

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