Dulcis in fundo, no, non è “zuzzerellone”, malfidati, bensì “zuccotto”. Copricapo in uso nei tempi andati, di lavorazione e tessuto vario, talvolta in foggia metallica (vero e proprio elmo), frequentemente riproposto nelle livree di più e più compagini tradizionali e di rievocatori, persino con parrucca integrata.
Ciò preposto: chi ha mai visto uno sbandieratore di Assisi o musico, indossarlo? Camauri e cappucci a penzoloni, persino con terminale nodo fallico, senz’altro ma di zuccotti pare non ve ne sia proprio traccia…
Il caso dello zuccotto è dunque emblematico: esso comporta la presenza di un’assenza e tale manifesta ‘mancanza’, sanzionabile con la penna dei più ligi giurati avvezzi alla norma storica, testimonia del pari una delle più intime e concrete essenze del Gruppo: un po’ guascone, un po’ lanzo, espressione della mejo gioventù assisiate.
A prima indagine, questo diniego alla panoplia sembrerebbe una deroga al filologismo a favore della schietta funzionalità: dalle marce al passo, spesso sotto il sol leone, al saltare il fiocco, lo zuccotto non è né pratico né d’aiuto tanto quanto del tutto gratuito sarebbe porgerlo in tributo, durante l’esecuzione di un numero, al più flebile soffio del «loro peggior nemico».
Dinamismo dunque, vis propria della marzialità dell’atto durante l’agone nelle piazze?
Non proprio o non solo. Se fra tutte le milizie il mestiere delle armi preponeva lo sbandieratore al farsi guardare, oggi la rievocazione è richiamo visuale di turisti e autoctoni e tradizione (sic!) vuole che fra gli sguardi più interessati si schiudano gli occhi dolcemente cigliati del gentil sesso. Perché dunque nascondere capo e chiome a tanto guardo? Perché privare le astanti, ancora inconsce del nome, dall’interessato e civettevole: «Quello riccio!», «Quello moro!»?
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Zuccotto è un derivato di zucca – voce che viene fatta risalire al latino tardo cucutiam, attraverso la forma cozucca, oppure (e forse preferibilmente) al latino parlato tuccam, dalla base mediterranea tucu– e zucco– ‘altura’ – con l’aggiunta del suffisso –otto. Oltre al ‘dolce semifreddo’ a forma di cupola, la voce indica anche un ‘tipo di copricapo’ dalla foggia simile.
Suggerimento musicale a cura di Matteo Magna
Epilogo e ritorno.
Troppo difficile “musicare” Zuccotto. Meglio ricordare la spensieratezza, divertimento, il gioco e la libertà di essere sbandieratore: un po’ fanatico, un po’ guascone, un po’ artista!
Alessandro Mannarino – Vivere la vita