05 Novembre 2021

Zeta

Lorenza Zucchi
Zeta

L’aspetto più singolare della Z è che, nonostante sia l’ultima dell’alfabeto, simboleggia necessariamente novità. È la generazione dei “nativi digitali”, nati nell’infosfera, luogo dell’informazione veloce e della tecnologia. Va sottolineato, però, che circoscrivere un’intera generazione di ragazzi\e al solo aspetto digitale è certamente una violenza ideologica poiché incarna anche desiderio di spontaneità. E se Assisi accoglie da sempre la gioventù con gran calore e interesse, negli ultimi anni ospita questa “primavera” zoppicando.
Il problema principale è la mancanza di luoghi di aggregazione al di fuori del bar: non esiste più una piscina comunale o un cinema; il Pincio sembra ormai un ricordo lontano e, per i più piccoli, un sogno mai realizzato; gli eventi estivi per giovani si svolgono in tutte le città limitrofe o nelle frazioni di Assisi e questo comporta, inevitabilmente, una migrazione verso zone differenti.
Ma una visione nostalgica del passato o una critica del presente non ha, ancora, scoraggiato gran parte della gioventù assisana. La spontaneità della Z è presente quando si accorda per improvvisare serate alla Rocca durante il periodo delle prime riaperture post lockdown. Si nota quando, per passa parola, ci si riunisce nelle splendide case di Assisi e si vive, ogni volta, momenti intensi con vista su panorami stupefacenti. Si accende il pomeriggio di estate quando, i più giovani, si incontrano a giocare a calcetto nel campetto della parrocchia. In sintesi, la spontaneità comporta aggregazione ma la problematica è la frammentarietà dei punti di incontro. Dunque i giovani hanno ancora desiderio di ricercare una situazione comunitaria, ma per fare questo è necessario oggi, più che mai, collaborazione e, soprattutto, dialogo.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Zeta proviene dal latino zeta, a sua volta dal greco, e indica sia la lettera dell’alfabeto, sia il segno, sia le articolazioni foniche (tecnicamente affricate alveolari) zeta sorda (quella di zuppa) e zeta sonora (quella di zenzero) che in italiano, malgrado siano due fonemi distinti, si scrivono allo stesso modo.

Suggerimento musicale a cura di Filippo Comparozzi

Si parla di occasioni perse, di rimorsi e rimpianti. Si toccano gli insegnamenti di una madre e la voglia di vivere di un bambino. Si descrivono cadute e resurrezioni. Perché la fine, anche se cercata, non è mai desiderata. Il vero desiderio è invece quello di continuare a vivere, e per una speranza semplice ma non banale: la nascita o creazione di un mondo migliore.

La FineNesli

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