Ci sono momenti nella vita in cui è più facile tornare indietro con la memoria: quando si ha del tempo libero, nei momenti di tristezza, ma anche in un attimo di felicità inaspettata.
In ogni caso si deve fare una pausa, staccare dalla frenesia quotidiana per far spazio nella mente, per offuscare il presente e mettere in primo piano il ricordo. Ricordare non è tempo perso, è un fare attenzione, è essere. E la libertà della memoria non ha limiti, non ha spazi chiusi, non ha regole: ha profumi, ha gusto, ha tatto, ha vista, ha udito. Grazie al ricordo scene di vita che possono sembrare cancellate si ripresentano e si rivivono.
Ecco allora Assisi, le sue piazze, i suoi vicoli… rivivono… si riempiono di gente, grida di bambini che giocano… profumi di caldarroste… si sentono da lontano arrivare dei suoni, suoni di festa, d’altronde si avvicina il Natale… suoni di zampogne. Bambini incuriositi lasciano le mani dei genitori per andare incontro a quella melodia.
Non si vede ancora nessuno e la nebbia invernale rende più difficile la ricerca, ma poi eccoli, sono pochi, due o tre persone, vengono da lontano, testimoniano una cultura diversa, vestiti in maniera particolare: un cappello, l’immancabile ampia cappa, un gilè di pelliccia. Gli occhi però cadono su quello strano strumento, la zampogna, che con un soffio espande una sacca fatta di pelle di capra conciata, uno strumento non consueto sempre accompagnato dalla fedele ciaramella, che risveglia sentimenti sinceri, sonorità arcaiche, quasi magiche.
Eccoli, sono arrivati, improvvisano un concertino, i bambini si fermano rapiti da quelle melodie. Il suono avvolge tutto, sono note semplici di uno strumento antico che racconta di esistere ed evoca un immaginario dove profumi luci e suoni bastavano per un Natale da ricordare.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Zampogna proviene dal tardo latino symphonia,a sua volta dal greco sumphonía (symphonía) ‘accordo, armonia’, composto di sun– (syn-) ‘con’ e –phonía ‘-fonia’, da phoné ‘voce, suono’. Dallo stesso etimo hanno origine sia la voce dotta sinfonia, sia (proprio perché strumento che può emettere contemporaneamente suoni acuti e gravi), quella di tradizione popolare zampogna, in cui si sviluppa una z– inziale, suono sconosciuto al latino.
Suggerimento musicale a cura di Roberto Vaccai
La difficoltà nel suonare questo strumento sta nel saper articolare pressione del braccio e respiro in modo da ottenere una melodia continua. Ma il risultato ripaga dello sforzo.
Ascolto: Mull of kintyre
Paul MacCartney