Luogo: Assisi.
Tempo: di guerra.
La neve continua a scendere a fiocchi morbidi e fitti. Con un po’ di fortuna, ce ne sarà a sufficienza perché via Portica si trasformi in una pista per slitte. Non sono ancora tempi da sci, che all’epoca si chiamava addirittura ski. Ma sono tempi da slitte, questo sì. Slitte fai da te, naturalmente, costruite con il poco che i ragazzini hanno a disposizione: vecchi cartoni, sedie sfondate, assi di legno. D’altro canto, la citta si presta straordinariamente bene: quelle salite normalmente cosi scomode sono anche, innevate, magnifiche discese per provare il proprio coraggio agli amici, abbandonandosi all’ebbrezza della velocità.
Le slitte non sono il solo gioco con la neve, che in questi anni può essere ancora tanta, tantissima, al punto da dover scavare camminamenti lungo le strade. Affollate bande di ragazzini si affrontano minacciosamente a pallate di neve. La sparuta pattuglia dei borghesi di centro città non può fare altro che limitare i danni: le fazioni di San Pietro e di Piazza Nuova sono troppo agguerrite e temerarie, e si sospetta che imbottiscano con un sasso le palle di neve. Intanto dei soldati canadesi assistono divertiti e non si trattengono dal partecipare, tirando pallate che fendono l’aria come colpi di cannone.
E fra non molto sarà Natale.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Slitta si origina verosimilmente dal germanico, e più precisamente dal longobardo slita (voce da confrontare con il moderno tedesco Schlitten); d’altra parte questo ‘mezzo di locomozione senza ruote che scivola su superfici coperte di ghiaccio o di neve’, e che può essere trainato anche da animali, era (ed è) ovviamente diffuso in quelle zone caratterizzate da inverni lunghi e rigidi.
Suggerimento musicale a cura di Roberto Vaccai
Scivolare, perdere aderenza con il terreno, lasciarsi andare.
Ascolto: Let yourself go
Ella Fitzgerald – Paul Weston & His Orchestra