Avere la possibilità di trovarsi in una nuova città è un po’ come ricominciare da capo. Sei giovane e volenteroso, fatto studi nella capitale e all’estero. Nel cuore l’amore per le arti, mille progetti, tanta voglia di vivere in una comunità e condividere esperienze.
Assisi ha un nome famoso come quello di una metropoli e produce aspettative molto alte in coloro che vi abitano, ma ancora di più in coloro che non vi sono nati. Ma subito le aspettative sono disilluse, più di tutto dalla mancanza di persone che vivono al suo interno, dalla scoperta che la maggior parte dei suoi figli siano cresciuti senza il desiderio di restare. Non dipende dalla mancanza di parcheggi, dalle molte abitazioni e negozi trasformati in realtà commerciali o turistiche. Non è neanche per la mancanza di scuole, di sedi operative o per l’assenza di musei che abbiano un’attività dinamica. Eco mediatico e partecipazione turistica non hanno neanche stimolato le varie amministrazioni ad investire in programmazioni culturali continuative, degne del richiamo di masse che ha questa città. E di colpo ti ritrovi dove nessuno ha responsabilità!
La città conosce tutto di te e palesa quel che dovrebbe restare nascosto. Così riveli involontariamente la tua presenza nei sentimenti, pensieri o intenzioni. Non nella rassegnazione ma nel tradimento di quella parte fanciulla di te che ti spinge a consegnare e portare altrove parte di ciò che ti apparteneva… e cambi.
Vai al di là delle cose che ti erano familiari. Superi i tuoi limiti e cresci.
Assisi ingloba, ti accoglie e ti ritrovi parte della città.
E mentre tu ti sposti su altro ed evolvi, lei, la città, rispetto alla sua staticità non evolutiva, non tradendosi si inganna.
Tu, invece, resti fedele a te stesso e sai che qui sei a casa.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Tradimento è il latino medievale tradimentum, dal verbo tràdere (composto di tra– ‘oltre’ e dare, più il suffisso –mento), che aveva due valori, quello di ‘trasmettere, consegnare’ (oggi della filologia) e quello affine di ‘consegnare’ sì, ma con inganno al nemico. Il verbo, con cambio di coniugazione, ha preso l’accezione comune di tradire nel Cristianesimo, come si legge in alcuni passi delle Sacre Scritture, tra cui, ad esempio, il Vangelo di Matteo (XXVI, 25), in cui Giuda «tradidit eum», cioè consegnò Gesù e di conseguenza lo tradì.
Suggerimento musicale a cura di Ezio Ranaldi
Il Presepe vero, quello che coinvolge i bambini nella creatività in “progress” di piccoli “registi”, dovrebbe essere indiscutibile. Eppure proprio ad Assisi, luogo di approdo natalizio di gente e di bambini, il presepe è “tradito” da “iniziative definibili “pleonastiche”. Fortunatamente rimangono le canzoni come questo Adeste Fideles eseguito al piano dal “grande” Vinicio Colella. Lo ricordiamo alla inaugurazione del teatro Lyrick nel 2000.
Brano: Adeste Fideles – Vinicio Colella