17 Febbraio 2021

Scuole

Simonetta Alunni
Scuole

Se si pensa ad un collegio vengono subito alla mente le camerate buie e anche un po’ fredde del Pierpaoli…  Giamburrasca, ricordate? Ma l’idea dell’allora ministro dell’Istruzione Ruggero Bonghi doveva essere ben più ambiziosa. Un Collegio che potesse ospitare i “figliuoli degli insegnanti pubblici nazionali, privilegiando quelli elementari”, ma soprattutto un luogo dove un corso ben strutturato di studi fornisse ai collegiali quell’istruzione necessaria per diventare un giorno “la classe dirigente del Paese”.
La Scuola Elementare “annessa” nasce dunque con il Regio Convitto Principe di Napoli. Al Comune spetta di pagare lo stipendio di cinque maestri, nonché letti, arredi e suppellettili. Il 4 ottobre 1875 è lo stesso Bonghi a tenere il discorso inaugurale. Ma quasi subito si apre un dibattito circa l’indirizzo da dare agli studi dei futuri allievi, e l’idea ambiziosa del Bonghi viene ridimensionata, perché sono in molti a prospettare anche un indirizzo professionale.
Di qui il susseguirsi di scelte, talvolta controverse, ma sempre volte al bene dei collegiali che vengono ospitati. Tre indirizzi di Scuola Tecnica : Agrario, Commerciale, Magistrale, per dare a tutti l’opportunità di avere di che vivere all’uscita dal Collegio; e poi una Scuola Normale Maschile, una Tipografica, una di Legatoria ed Arte Litografica e una di Musica. Negli anni alcune esperienze si esauriscono, alcune scuole sono aperte agli esterni (purché semiconvittori), e sempre più la vita dell’Istruzione cittadina si interseca e si unisce a quella del Collegio.  Oggi quell’imponente portone è “spalancato“ e dall’alto vede arrivare un numero sempre maggiore di iscritti alle Scuole “annesse” nei tre settori presenti: Primaria, Secondaria di I grado e Liceo Scientifico.
Il Bonghi ne sarebbe lieto. 

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Scuole, plurale, è dal latino schola (con normale sviluppo del dittongo in italiano), a sua volta dal greco scholé, che originariamente indicava ‘ozio, riposo, tempo libero’, e che, parallelamente al latino otium, si contrapponeva quindi a negotium. Era quella condizione in cui, potendo non lavorare, ci si dedicava allo studio come occupazione privilegiata, piacevole e in séguito passò a indicare la lezione e quindi il luogo fisico dove si svolge.

Suggerimento musicale a cura di Franco Rossetti e Claudia Rossetti

La scuola come luogo di incontro, di confronto, di innamoramento, dove puoi maturare la convinzione che una volta fuori cambierai il mondo… poi però dovrai scendere a compromesso con quello stesso mondo che volevi cambiare…

Ascolto: Compagno di scuolaAntonello Venditti, 1975

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