Ta ta tarata tà.
È il rullante che segue la bandiera o è la bandiera che segue il rullante?
Dopo un lustro di vita, il gruppo – nato in Parte de Sotto – destava curiosità anche nella Nobilissima. La sezione ritmica era allora composta in gran parte da tamburini a prestito dalla Magnifica, con a capo “Sciuppa”. Cessato questi dalla prestigiosa carica, era tempo che gli Sbandieratori di Assisi avessero un gruppo esclusivo di percussionisti. Presero allora le bacchette in mano Pino Menzolini -primo rullante -; “Trippino” (Francesco Speziali) -secondo rullante-; Luca Bartolucci -timpano-; “Pelle” (Fabrizio Sensi) -timpano-; “Palla” (Lucio Pallaracci) -timpano-; “Mastrone” (Massimo Rossi) -timpano/gran cassa.
Serviva però un “suono nuovo”, in sintonia con le coreografie che i Maestri di Bandiera andavano realizzando. Vennero composti nuovi ritmi e riarrangiati quelli esistenti. I timpani venivano chiamati in causa, per la prima volta, per rifinire il suono del rullante che assecondava i movimenti coreografici. Si sperimentò la bellezza dell’assenza, come nel passaggio finale del numero “Il Castello” in cui lo spettatore gode del solo suono prodotto dal movimento della bandiera; l’ebbrezza del pieno, come nel finale vorticoso del “Gabicce”; l’esaltazione della suspence che accompagna l’ultimo saltatore del “Fiocco”. Il rullante aveva il suo momento di sfrenata libertà e di gloria quando era chiamato a sostenere con marcature, rullate e svolazzi le acrobazie dei “Duellanti”. Ma non bastava. Serviva un “nuovo modo” di suonare: non c’era bisogno di “bussare” come forsennati sulle pelli dei propri strumenti. Occorreva precisione, compostezza e misura del gesto, in sintonia con l’eleganza degli sbandieratori
Così fu. Ma restava, in tutti, la voglia segreta di essere sbandieratori.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Rullante è il participio presente di rullare (che, tra gli altri significati, vuol dire anche ‘battere con colpi rapidi’), e si origina dal latino tardo rotulare (denominale di rotulum ‘rotella’) attraverso il francese rouler ‘rotolare’. Come sostantivo indica un ‘tipo di tamburo’ che emette un suono prolungato. Una curiosità: a partire dal Seicento si diffuse la sedia rullante (detta anche solo rullante), cioè una ‘carrozza leggera a due ruote’, «in cui si cammina con velocità insieme e con agio e dilettazione» (F. F. Frugoni, XVII secolo).
Suggerimento musicale a cura di Matteo Magna
Ritmo ed introduzione.
“Il ritmo ha qualcosa di magico; ci fa perfino credere che il sublime ci appartenga”. W.Goethe
Caravan – John Wasson