25 Ottobre 2021

Restare

Matteo Bisogno
Restare

Tutto lo scibile è dentro la cosmografia assisana mappata ad est da Ramaccia con la via che apre al prete Gianni, ercoline a ponente le colonne di cipressi nel cimiteriale, guardinga dall’alto l’ultima thule albornoziana, mentre al limite del deserto le fiere del portone di San Pietro recitano: “hic sunt leones”. Poi novelli Colombo aprono la rotta e allora il restare perde il suo incanto, la summa tra le otto porte. Ci si accorge di altro che c’è altrove e più ancor di ciò che non c’è qui.
Evitando la pur giusta ma ormai dilaniata polemica sulle mancanze che offre Assisi, è necessario affermare che al restare spetta una foggia ideologica e utopistica tanto quella, diametralmente opposta, dell’oblomovismo dei giovani assisani. Però non è che ci si ferma ad Assisi perché non si hanno velleità lavorative: quelle la città da sempre non ne ha mai date troppe. Assisi per antonomasia è il posto dell’immobilità feriale, della poca domanda e della nessuna risposta. Ma non è questo, si resta ad Assisi per antropologia, dato che si vorrebbe continuare a mettere i costumi di una storia, anche recente, che ha avuto le sue pienezze generazionali provando anacronisticamente ad imitarle. L’erosione dell’acqua santa sta finendo la roccia dove ancora galleggiamo. Chi resta qui trova la ragione quando, di soppiatto, guarda dal monte una vecchia ragazza che all’ora della sera diventa rosa per la timidezza così da far godere “anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza”. Direbbe Gaber: qualcuno è restato perché era troppo stanco, qualcuno è restato perché credeva di avere dietro a sé l’amministrazione comunale, qualcuno perché la piscina oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente, qualcuno perché ha visto I basilischi della Wertmuller e vive, sopravvive, in un’eterna controra.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Restare,‘rimanere, continuare a stare, arrestarsi, avanzare, accordarsi’ e varie altre accezioni ancora, è voce dotta dal latino restare, formata dal prefisso re– (che infatti si conserva tale nei latinismi) e stare. La locuzione restare in proverbio (ma anche andare, passare, venire in proverbio) indica qualcosa o qualcuno che è divenuto proverbiale.

Suggerimento musicale a cura di Filippo Comparozzi

Un amante dice alla sua amata che il suo amore per lei non conosce confini, nessun senso del tempo, nessuna fine. La conclusione strumentale riunisce i due amanti dopo che l’uomo ha confessato alla donna quanto amore abbia per lei. In un certo senso, si potrebbe supporre, che si aggrappano l’uno all’altro, ballando, anche dopo che la canzone sembra essere finita. Stranamente la canzone sembra non avere mai una fine. Si conclude come inizia, ma sembra non finire mai. Un’ idea di amore perpetuo che resta. Nel momento in cui si smette di ascoltarla il silenzio la continua.

Thank YouLed Zeppelin

Matteo Bisogno

Laureato in Beni e attività culturali e tecnico del restauro nel settore archivistico-librario, oggi studia Filologia moderna all'Università di Perugia. All'attivo ha 12 pubblicazioni sull'apologia del peperone e sogna di passare la vecchiaia imprecando la tecnologia a Pavana.

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