Una bambina che passeggia per Via Croce, una delle più antiche e caratteristiche di Petrignano, avvolta in un cappottino fiorato, nelle sfumature calde del color vinaccia. Lo sguardo è quello curioso e vivace di chi sa che a breve assaporerà il pane caldo appena sfornato dalle mani del figurante. È tempo di vacanze di Natale. È tempo di Presepe Vivente.
Le vie spesso più cupe e meno vissute del paese si rianimano, col calore dei fuochi e delle emozioni di tutte le persone che, instancabilmente, si adoperano nei mesi precedenti alle feste natalizie per mettere in scena lo spettacolo. Chi sarà quest’anno Erode? Chi sarà Benino? E chi il nuovo nato che, coperto dal vello, rappresenterà Gesù?
Ogni anno si ripete un rito che, nella magia della rappresentazione, non è mai uguale a sé stesso. Si riconsolida lo spirito che riesce ad intrecciare una piccola frazione della quotidianità di ciascuno e che, nella frenesia della vita moderna, perfettamente scandita da orari ed impegni, si svincola dall’incasellamento dei programmi e si intreccia alla routine degli altri per condividere e creare insieme, rafforzando lo spirito di comunità che si va frequentemente perdendo.
La rappresentazione sacra diventa rappresentazione di condivisione e scambio: di tempo, competenze e progettualità. Si costruisce, si ri-costruisce e si ri-struttura lo spirito di appartenenza ad una collettività.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Rappresentazione, essenzialmente ‘atto del rappresentare’, che ha poi assunto vari significati tra cui quello di ‘spettacolo presentato a un pubblico’, è il latino repraesentationem, nome d’azione derivato del verbo repraesentare, formato dal prefisso re– e praesentare ‘mostrare, introdurre, presentare’.
Suggerimento musicale a cura di Roberto Vaccai
Questa canzone divenne un simbolo quasi sacrale della musica americana, forse per il suo tagliente attaccamento al folk delle origini, condito dalla “southern voice” del cantante Levon Helm
Ascolto.: The Weight
Roberts Robertson