14 Agosto 2020

Quercia

Francesco Pucci
Quercia

Cerqua Palmata non è dietro l’angolo: la sua frequentazione, a metà degli anni ’70, era riservata ai giovani fortunati possessori di motorino (o vespetta) e ai loro passeggeri. La difficoltà di accesso (folta vegetazione) limitava la partecipazione delle femmine, per loro natura più attratte dai conforts della vita moderna.

Caratteri comuni dei giovani fruitori:

  • screanzati: la buona educazione era un articolo poco trattato;
  • selvaggi: “in questo Natio borgo selvaggio, intra una gente Zotica, vil” (una citazione leopardiana ci sta come il cacio sui maccheroni);
  • scriteriati: il senno è di poi, anche se a volte, il tempo è stato tiranno nel donare loro la facoltà del giudizio.

Attività possibili da praticare:

  • bagni con o senza mutande (dipendeva dal grado di impudicizia) fino al raggiungimento della colorazione violacea del carnato derivante dalla temperatura glaciale dell’acqua (marmita);
  • tuffi acrobatici da scogli e alberi a mo’ di Tarzan (grado di pericolosità elevato per i bassi fondali);
  • pesca di frodo con:
  • amo, filo ed esca viva (grilli del Subasio, lombrichi);
  • una o più ballette di calce idrata extraventilata della cava del Subasio (poco selettiva, poco ecologica);
  • bombe di profondità autoprodotte con polvere da sparo (i figli di fabbri nonché cacciatori erano molto avvantaggiati);

Ogni giornata a C.P. si concludeva con una sosta a Ponte Grande alla bottega di Giovannino e Aurora. In base alle lire in saccoccia la merenda variava dal pane e mortadella al pane e prosciutto; la scelta delle bevande verteva esclusivamente sulla percentuale di diluizione del vino con la gazzosa. Ultima formalità prima del rientro: finire tutto il pacchetto delle sigarette. Soddisfatti tutti i bisogni primari, o quasi, ci si lanciava a gran velocità sugli ultimi tornanti.

Bei tempi.

Quercia brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Quercia proviene dal latino tardo querceam, aggettivo femminile di querceus ‘di quercia’, dal sostantivo quercus. La forma dialettale (da noi la più diffusa) cerqua è probabilmente una variante con metatesi, vale a dire con cambio di posto di vocali e di consonanti. Scrive Isidoro di Siviglia che la quercia è così chiamata perché gli dei pagani davano i loro responsi quaerentibus, cioè a chi li interrogava, a chi li consultava, mediante la quercia.

Quercia suggerimento musicale a cura di Dionisio Capuano

A Forest – The Cure [Seventeen Seconds, 1980]

Quante querce ci saranno nella foresta di Robert Smith? Dopo quarant’anni stiamo ancora a contarle.

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]