26 Agosto 2020

Vasche

Andrea Cova
Vasche

Un camminare lento e indolente è il primo requisito necessario per fare le vasche.
Quando la sera offre una tregua alla calura estiva inizia il passeggio senza sosta e senza meta, da un capo all’altro del corso cittadino.
Altra caratteristica: le mani sempre impegnate. Con un gelato, una bibita, intrecciate dietro la schiena a favorire l’andatura del dolce far niente; a braccetto o per mano purché si stia vicini.
Non è importante parlare. Ciò che conta è almeno un accenno di saluto, sollevando il mento con un gesto impercettibile e magari aggiungere un suono molto simile al “oh!”. I più loquaci e socievoli si lanciano con “stasera finalmente si respira…”, un azzardo che rischia di interrompere la marcia, invischiando i colloquianti in una chiacchiera che spazia dalle previsioni meteo, alle vacanze, passando per l’attualità locale. Non è esclusa la ciancia, il vero motore degli stimoli cittadini. Poi diventa difficile, se non impossibile, liberarsi dalla conversazione e ci si rassegna a passeggiare in più, mettendo da parte quel senso di fastidio per un momento d’ozio ormai rovinato.
Il percorso va completato più volte nella stessa sera. Sarebbero consentite un paio di soste al massimo e, non essendo controllati da un giudice di gara, è la nostra etica ad imporci di rispettare il regolamento.
Fare le vasche d’estate è come fare le castagne in autunno, fare l’albero a Natale o fare l’antistaminico a primavera. È il primo capo che tiri fuori quando inizi a fare il cambio di stagione.

brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Vasche, plurale, dal latino parlato vasca, variante di vascula, neutro plurale di vasculum, che era il diminutivo latino di vas, vasis ‘vaso’, è voce di area settentrionale e nel senso di ‘recipiente di vario materiale per fare il bagno’ nel corso del tempo ha prevalso sul toscano tinozza e sulla bagnarola di Roma. La locuzione «fare una vasca» per i nuotatori significa ‘nuotare per la lunghezza della piscina’, mentre in alcuni territori vuol dire anche ‘percorrere da una parte all’altra la via principale della città’.

Suggerimento musicale a cura di Dionisio Capuano

Up and Down – The Chesterfield Kings [Psychedelic Sunrise, 2007]

L’ avant e ‘ndré come condizione esistenziale declinata in rock’ roll. Qui finisce alla prima strofa. E si apre una voragine psichedelica.

Andrea Cova

Riuscire a capire come sia iniziata la mia passione per la fotografia non è affatto semplice. Questa personale "recherche" non ha le madeleines di Proust, ma una piccola macchina fotografica che si trovava in regalo col fustino del Dash poi in anni più recenti, anche se non così vicini, la protagonista è una Minolta a pellicola. Si, c’era ancora la pellicola, il digitale sarebbe arrivato qualche tempo dopo. Approdo alla fotografia digitale, senza dimenticare l'analogico e credo che non mi fermerò. Non mi chiudo in unico genere, non mi piace avere confini, adoro spaziare e provare. Nessuna etichetta.

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