Quasi “un filo rosso“ unisce i passaggi fondamentali per la storia del Convitto Nazionale.
Il 4 ottobre 1875 si ha l’inaugurazione, con sede nel Convento di San Francesco, del Collegio per i figli degli insegnanti alla presenza del M.P.I. Ruggero Bonghi e del Sindaco Conte Cesare Fiumi. Una lapide fu scoperta in onore del prof. Raffaello Rossi che ideò e volle questo Istituto in Assisi. Inevitabile l’assenza delle autorità religiose: poco prima, nel 1866, erano stati soppressi in tutto lo Stato italiano gli Ordini e le Corporazioni religiose. Fu così che i beni ecclesiastici furono messi a disposizione delle autorità civili. Trascorre più di mezzo secolo e si arriva al 4 ottobre 1927. Il lavoro diplomatico per la restituzione ai frati del Sacro Convento era già partito con l’azione del Min. Gen. Padre Alfonso Orlini che si presenta, senza preavviso, al Duce Benito Mussolini come capo dell’Ordine dei Frati Minori e 110° successore di San Francesco. La risoluzione del problema, oltre il finanziamento, comportava l’individuazione di una nuova sede per il Convitto ed è a questo punto che interviene il sindaco Arnaldo Fortini che nell’aprile del 1923 scriveva al Duce sottolineando, in caso di soppressione, la gravità di una perdita importante come centro culturale e polo economico. Il 28 ottobre 1925 fu posta la prima pietra. Il 4 ottobre 1927 fu aperta la nuova ed ancora attuale sede nella parte alta della città. L’evento avvenne a conclusione delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di San Francesco: 4 0ttobre 1926. Date che si ripetono, evocative, legate “quasi” da un filo rosso immaginario, che scandiscono passaggi fondamentali per la storia del Sacro Convento e del Convitto Nazionale, forieri di eventi dal forte valore simbiotico per la città di Assisi.
Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta
Quasi, avverbio e congiunzione, è dal latino quasi (a sua volta da quam si ‘come se’) e nel passaggio in italiano mantiene intatto il nesso qu– (tecnicamente, nesso labiovelare sordo) proprio perché dinanzi ad a (altrimenti normalmente nelle parole di tradizione popolare si riduce alla semplice velare c, come in chi da quis o in che da quid).
Suggerimento musicale a cura di Franco Rossetti e Claudia Rossetti
Come molto spesso accade, “quasi” è la parola più importante della frase (del titolo), ti dà l’idea dell’avvicinamento, che tuttavia non arriva a toccare, rendendo relativo quello che avevi creduto assoluto.
Ascolto: Canzone quasi d’amore – Francesco Guccini, 1976