10 Febbraio 2021

Partiti

Mauro Gaffuri
Partiti

Un cuore diviso in due, quello degli ospiti del Convitto di Assisi.
Gli inizi erano duri, specie per coloro che in tenera età lasciavano le famiglie per raggiungere un luogo sconosciuto, lontano dal calore domestico e dalle abitudini sociali originarie. Si partiva, ma il cuore restava nel paese o nella città di provenienza, nelle case degli affetti, dei legami nativi.
Col tempo, le cose cambiavano. Finite le vacanze trascorse coi propri cari, si rientrava ad Assisi. Per molti (non per tutti) quel rientro, una volta drammatico, si trasformava quasi in un ritorno a casa, dai nuovi amici, magari dai nuovi amori. Ci si abituava all’alternanza di casa e collegio.
Le vite dei convittori si svolgevano comunque ad Assisi. La nostalgia per le proprie radici si attenuava. I rapporti che si intrattenevano con compagni interni ed esterni, gli assisani insomma, creava un clima di affiatamento che in parte sostituiva il calore famigliare perduto, aumentando il legame con la città.
Spesso si partiva prima dell’alba, prendendo treni notturni. Chi veniva dal Nord, da Milano o da Venezia, cambiava a Terontola. Quando si arrivava a Bastia, si intravedeva l’inconfondibile profilo della città arroccata sulla collina. Il cuore aveva un soprassalto di emozioni: in alcuni un magone doloroso, in altri una gioia, come per un ritrovamento.
Quelli che giungevano dal Sud cambiavano a Foligno, sia che provenissero da Roma sia che giungessero da Ancona.
Dalla stazione di Santa Maria si saliva sulle corriere Falcinelli che arrancavano fino a piazza Santa Chiara, il capolinea. Con le valigie si arrivava a piedi per viale Galeazzo Alessi fino a piazza Nova.
Allegra la partenza verso i luoghi di provenienza. Dai finestrini dei treni con destinazioni opposte, risuonavano canzonature scherzose: «Polentoni!», urlavano i meridionali. «Terroni», replicavano i settentrionali. Affettuosi rituali di un tempo passato.

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Partiti è participio passato di partire, che proviene dal latino partiri ‘dividere, separare, spartire’, denominale infatti di pars, partis ‘parte’. Dal significato originario, e cioè da quello di una divisione, si è giunti al senso di allontanamento da qualcosa o da qualcuno, di separazione, e quindi di movimento da un luogo per andare altrove.

Suggerimento musicale a cura di Franco Rossetti e Claudia Rossetti

Successo internazionale, scritto da italiani (J. Fontana, F. Migliacci), parla di un sonnolento borgo, forse Cortona, che il protagonista lascia per inseguire i suoi sogni, pieno di paura e di incertezza.

Ascolto: Che saràRicchi e poveri, 1971

Seguici

www.assisimia.it si avvale dell'utilizzo di alcuni cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore se vuoi saperne di più clicca qui [cliccando fuori da questo banner acconsenti all'uso dei cookie]