27 Novembre 2020

Numero

Paolo Carli
Numero

Il sostantivo “numero” ha varie accezioni, molte delle quali sono collegate indissolubilmente all’ecocosmo degli Sbandieratori di Assisi.
Innanzitutto il numero è l’ente costitutivo di una successione ordinata, è precisione, è sincronia, è ripetizione ossessiva, è ritmo incalzante, tutti elementi peculiari di un Gruppo che privilegia il quadro d’insieme, le esibizioni di Grande Squadra, anche con 12, 16 elementi, rispetto ai virtuosismi del singolo.
Numero può essere anche inteso come singola esibizione il cui insieme compone uno spettacolo, ed ecco che si snocciolano nelle menti degli Sbandieratori di tutte le generazioni nomi evocativi che sono garanzia di un DNA incancellabile: “ghironda”, “castello”, “battaglia”, “gabicce” e l’immancabile finale: il “fiocco”!
Numero, infine, può essere declinato come performance che non ti aspetti, esibizione straordinaria, spettacolo prodigioso ed esilarante e da questo punto di vista il Gruppo si è sempre illustrato con esecuzioni vocali memorabili: nel 1984 a Foligno in occasione della Giostra della Quintana, cori provocatori di autoctoni nella Taverna del Rione Contrastanga sono stati annientati e ammutoliti da un’esecuzione potente di “Porta un chiodino, porta un chiodino anche tu…”; nel 1987 a Raesfeld (Renania Settentrionale-Vestfalia) gli Sbandieratori, a ranghi compatti, in perfetto ordine di marcia, hanno intonato a squarciagola “E’ bello sì, è bello no…” di fronte ad una folla festante che batteva le mani a ritmo; nella stessa uscita, a Borken, capoluogo del circondario, sotto la direzione ispirata del Maestro Andrea Cagliesi il Gruppo ha cantato in onore dei maggiorenti locali, tra i quali il Sindaco della città, la nota opera polifonica: “Sì, mi si rifà…” riscuotendo vivissimi consensi!
Quando si dice avere dei numeri…

Brevi note etimologiche a cura di Carla Gambacorta

Numero è voce dotta dal latino numerum (stessa derivazione dell’italiano novero, in cui però si ha il passaggio di nm a nv per dissimilazione), di origine indoeuropea, forse dalla radice nem– ‘distribuire’. Nell’ambito dello spettacolo la voce ha assunto il significato di ‘esibizione, rappresentazione, intrattenimento’.

Suggerimento musicale a cura di Matteo Magna

Desiderio e obbiettivo.
Attraverso la percezione ed il riconoscimento dei propri limiti, è fondamentale sviluppare la consapevolezza del desiderio di migliorarsi.
È qui che il maestro di bandiera entra in gioco, attraverso l’insegnamento e l’ispirazione verso le nuove generazioni.

Francesco de Gregori – La leva calcistica della classe del ’68

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